Dopo le restrizioni alle prescrizioni di Ozempic, che rischiavano di finire, in tanti si sono fiondati a comprare su internet medicinali a base di semaglutide. Trovando però una brutta sorpresa
La pena più alta - 7 anni di reclusione - in primo grado è stata decisa per l'ex consigliere provinciale e assicuratore Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 6 anni e 10 mesi al consulente del lavoro Giorgio Lo Presti: il procuratore generale chiede la conferma del verdetto
E’ l’ultima frontiera delle truffe che corrono in rete. Un professionista agrigentino ha fatto un annuncio per vendere il mezzo ed è stato contattato su Whatsapp, con un messaggio vocale, da una persona che voleva concludere l’affare. Insisteva però su un documento che attestasse la “storia” del veicolo da acquistare su una specifica piattaforma
Un 72enne aveva lasciato sotto il sedile dell’auto il borsello dove teneva documenti e carte con i relativi “pin” scritti su dei comuni “Post-it”. I delinquenti sono riusciti ad entrare nell’abitacolo senza lasciare segni di scasso e rimettendo tutto in ordine. L’uomo si è accorto del furto solo 3 giorni dopo, quando ormai si erano “divertiti” a fare prelievi e acquisti di ogni tipo
L’uomo ha ricevuto una telefonata da ignoti che sono risultati decisamente convincenti, spacciandosi per consulenti della sua banca. Mortificato per quanto accaduto, non ha avuto il coraggio di denunciare il fatto alle forze dell’ordine
Il fenomeno sta colpendo sempre più le studentesse, ma anche gli anziani. Gli operatori delle Poste non sono abilitati a chiedere, né a fornire codici da inserire da nessuna parte
Il professionista “furbetto”, secondo le accuse, avrebbe attestato falsamente di effettuare delle visite domiciliari, anche fino ad oltre un mese e mezzo dopo la morte della paziente, ottenendo così il pagamento delle prestazioni a danno dell’Azienda sanitaria provinciale
Soprattutto quando si viaggia si è costretti a ricaricare i propri dispositivi negli aeroporti, in albergo o nei centri commerciali. Una pratica che può nascondere un pericolo, visto che i truffatori hanno scoperto come utilizzare le porte usb per introdurre malware in grado di sottrarre i dati sensibili
Le ipotesi di reato contestate sono: falsità materiale commessa dal privato in atti pubblici, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa, ricettazione e riciclaggio
Due dei tre imputati sono stati rinviati a giudizio: si sarebbero spacciati per cardinali e gente in grado di condizionare ambienti militari e ministeriali, per ottenere l'assunzione e saltare la procedura di selezione bisognava pagare 2.500 euro. Almeno 150 le vittime