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Lunedì, 29 Aprile 2024
Frodi su internet

“Sono interessato all’acquisto della tua moto ma prima fai una visura on line in questo sito”: clonata carta di credito

E’ l’ultima frontiera delle truffe che corrono in rete. Un professionista agrigentino ha fatto un annuncio per vendere il mezzo ed è stato contattato su Whatsapp, con un messaggio vocale, da una persona che voleva concludere l’affare. Insisteva però su un documento che attestasse la “storia” del veicolo da acquistare su una specifica piattaforma

I truffatori della rete non sanno più cosa inventarsi per mettere a segno truffe e raggiri per clonare le carte di credito e svuotarle in pochi istanti. L’ultima “invenzione” è stata messa a punto da coloro che vanno a spulciare i siti e le app su cui vengono pubblicati annunci di vendita di moto e auto. 

“Ciao, sono Fabrizio e sono molto interessato ad acquistare la tua moto. Sei fermo sul prezzo di vendita oppure la cifra è trattabile?”: questo il contenuto del messaggio vocale che è stato inviato ad un professionista agrigentino di 46 anni che aveva pubblicato da pochi giorni un annuncio per vendere la moto.

Successivamente il sedicente acquirente ha continuato a scambiare messaggi con il venditore chiedendo prima delle foto più dettagliate del mezzo ed anche un video esplicativo: “Non sono di Agrigento ma se la moto è in ordine posso organizzarmi e venire subito a visionarla e a concludere l’affare”, avrebbe aggiunto poco dopo. Il venditore lo ha quindi invitato ad una conversazione telefonica per conoscersi meglio e gli è stato risposto: “Al momento sono al lavoro e non posso parlare al telefono, ma sono molto interessato. Nel frattempo mandami le foto e i video della moto”.

Ma il bello è arrivato quando il finto acquirente, che scriveva da chissà dove (probabilmente dall’estero), ha chiesto al venditore di acquistare una visura del mezzo, un documento che attestasse la “storia” del veicolo per verificare incidenti pregressi, denunce, danni o fermi amministrativi. “Ecco il link del sito sul quale potrai acquistare questo report che per me è fondamentale. Ha un costo di 20 euro ma te li restituisco appena ci vedremo di persona per concludere la compravendita. Se la moto è a posto e non viene fuori alcuna anomalia, ci incontriamo domani stesso e chiudiamo l’affare. Ma questo documento è per me importantissimo per essere sicuro di fare un acquisto sicuro”.

Tutto molto convincente insomma, tant’è che l’ignaro venditore ha proceduto con l’acquisto della visura sul sito indicato, fatto peraltro molto bene e che non lasciava intendere che si trattasse di un “fake”. Al momento di corrispondere le 20 euro richieste, però, qualcosa è andato storto: il pagamento non è andato a buon fine ma i dati della carta inseriti, nel frattempo, sono stati acquisiti da chi aveva messo in piedi il sito farlocco. 

L’agrigentino, però, ha inizialmente pensato ad un problema tecnico. Quindi ha proceduto ad acquistare la visura in un altro sito (in rete ce ne sono tanti e molto affidabili) pensando che l’uno valesse l’altro. Questa volta, come prevedibile, tutto è andato a buon fine e, una volta ottenuto il documento, lo ha subito inviato al suo interlocutore che nella foto di Whatsapp, peraltro, aveva messo un’immagine di famiglia molto credibile.

La sua risposta non è tardata ad arrivare: “Questa visura non è attendibile, non è completa e mancano diverse informazioni. Devi farla in quel sito che ti ho indicato. Per favore, per me è molto importante per procedere con l’acquisto della tua moto”. 

Pochi minuti dopo il46enne agrigentino è stato contattato dalla società che ha emesso la carta di credito: lo informava che erano stati effettuati alcuni tentativi di acquisti “sospetti”. A quel punto tutto è stato chiaro: l’uomo ha ricontattato l’acquirente: “Se vuoi per forza la visura dal sito che mi hai indicato, dato che io non ci riesco, potresti farla tu stesso se ci tieni così tanto”. E ha pure aggiunto: “Lo pago io ugualmente, ti mando le 20 euro su Postepay o Paypal”. 

Da quel momento nessuna risposta è più arrivata. E neanche diversi tentativi di chiamarlo al telefono sono andati a buon fine. Nel frattempo la carta è risultata compromessa ed il professionista si è visto costretto a farsela sostituire dalla banca. L’uomo, in preda alla collera, ha inviato su Whatsapp una scarica di insulti al truffatore che, ovviamente, non ha mai più dato segni di vita. 

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