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Lunedì, 29 Aprile 2024
Davanti alla recinzione

Fuochi d'artificio esplosi all'esterno del carcere, ancora una volta via Monsignor Costantino de Simone è terra di nessuno

I "botti" sono stati fatti esplodere allo scoccare della mezzanotte, verosimilmente si è voluto festeggiare il compleanno di qualche detenuto. Oggi, nella casa circondariale, si terrà il comitato per l'ordine e la sicurezza

C'era sicuramente da festeggiare. Cosa, non è chiaro. Non può esserlo. Probabilmente un compleanno, visto che i "botti" sono stati accesi e fatti esplodere allo scoccare della mezzanotte. Fuochi d'artificio alle spalle del carcere Pasquale Di Lorenzo, nella strada privata di via Monsignor Costantino de Simone per la precisione. E non è affatto la prima volta che avviene. 

Si tratta della stradella dove, come raccontato da AgrigentoNotizie, i familiari dei detenuti si posizionano con le loro auto. Strombazzano i clacson, urlano, mettono musica a tutto volume e, a seconda della ricorrenza da celebrare, fanno esplodere appunto anche i fuochi d'artificio. Ed è accaduto di nuovo, nelle scorse notti.

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L'attenzione dei residenti di via Monsignor Costantino de Simone è stata richiamata prima dal furibondo abbaiare dei cani di proprietà. Il segnale, come sempre avviene, che lungo la strada c'era qualcuno non di passaggio. Poi, a mezzanotte, sono stati sentiti e visti i fuochi d'artificio. Scontato che quei "botti" siano stati sentiti anche dagli agenti della polizia penitenziaria che erano di turno. 

Carcere "Di Lorenzo" e zone circostanti

Oggi, intanto, alla casa circondariale di contrada Petrusa si terrà il comitato per l'ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Filippo Romano. Si discuterà dell'allarme droni e inevitabilmente non potrà che parlarsi anche della situazione di via Monsignor Costantino de Simone e dei suoi abitanti che sono sistematicamente alle prese "con l'inenarrabile arroganza" dei familiari dei detenuti che utilizzano quella strada privata per cercare e trovare contatti con i propri congiunti reclusi. All'ordine del giorno del comitato, durante il faccia a faccia tra la polizia penitenziaria, l'amministrazione carceraria e i rappresentanti di questura, carabinieri e guardia di finanza, anche la rivolta dello scorso 2 gennaio quando circa cinquanta detenuti armati di bastoni, acqua e olio bollente hanno creato il caos. Nove i detenuti ora sotto inchiestaanche per sequestro di persona e il ferimento di un agente della polizia penitenziaria. La protesta, quel pomeriggio, è scoppiata perché le celle, da mesi, erano al freddo. Durante il vertice delle autorità si parlerà anche di suicidi in carcere: l'ultimo caso un detenuto di 59 anni, originario di Isola Capo Rizzuto, che si è tolto la vita, sempre a gennaio, nella cella che occupava nel padiglione "Alta sicurezza". 

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