rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
La conferenza stampa

L'arresto della 50enne che accusò il marito d'averla sfregiata, il procuratore: "Fondamentali il quadro clinico della donna e le intercettazioni"

Giovanni Di Leo ha ricostruito i passaggi fondamentali dell'inchiesta che ha permesso di accertare una dinamica diametralmente opposta a quella che era stata proposta dalla stessa indagata ieri sera sottoposta a custodia cautelare

"L'assoluta indispensabilità delle intercettazioni e gli accertamenti svolti dalla polizia Scientifica, dalla Squadra Mobile e dal mio ufficio ha portato, in breve tempo, a capovolgere quelle che erano le nostre prime impressioni sul caso e a rivolgere l'attenzione all'attuale indagata, accertando allo stato degli atti una dinamica diametralmente opposta a quella che era stata proposta dalla stessa indagata e oggi sottoposta a custodia cautelare". Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, durante la conferenza stampa tenuta in Questura per l'arresto della cinquantenne che lo scorso 5 dicembre aveva accusato il marito d'averla ferita con l'acido. La donna è stata arrestata ieri sera dai poliziotti della Squadra Mobile e del commissariato di Palma di Montechiaro che si sono occupati, sul campo, dell'attività investigativa. 

Sfigurata con l'acido dal marito? Clamorosa svolta nell'inchiesta: arrestata la donna

Accusò il marito di averla sfregiata con l'acido, arrestata per calunnia: "E' stata una messinscena"

"La moglie si inventò aggressione con l'acido ma la vittima era lui": cinquantenne torna in libertà

"Su quel che è accaduto e sulle specifiche intenzioni di ciascuno dovremo completare gli accertamenti. Allo stato attuale è certo che era indispensabile rimettere in libertà il marito, che era stato attinto da misura cautelare per lo stesso identico reato - ha spiegato Di Leo - e lo si è fatto, compatibilmente con i tempi processuali, che non sono i tempi della comunicazione mediatica, per fatti di questo tipo. L'esito delle attività investigativa e degli accertamenti tecnici, svolti compatibilmente con la disponibilità del personale, ha permesso di far eseguire l'ordinanza a carico della donna, per reati di particolare gravità che prevedono una pena superiore ai 20 anni. Il dato oggettivo è che il 48enne non sarà mai più lo stesso uomo".

Il valore delle intercettazioni e l'inchiesta

"In questi casi si cerca di accertare quello che la gente sa e quello che la gente dice, che sono due cose profondamente diverse. La gente, in qualsiasi veste, all'autorità giudiziaria o alla polizia non dice mai quello che sa. Le intercettazioni restano uno strumento investigativo indispensabile ed ineliminabile - ha evidenziato il procuratore di Agrigento - . Anche per questi reati. Non c'è stato un momento emblematico di svolta. La situazione appariva poco chiara fin dal principio perché io non ho mai visto una donna aggredita con l'acido che ha lesioni limitate e superficiali e l'aggressore viceversa fisicamente distrutto. E questa era la prima enorme anomalia nella narrazione resa dalla signora in ospedale davanti al pm Cifalinò che ha condotto le indagini nella prima fase. Preso atto di questo, abbiamo deciso di agire con la massima prudenza facendo tutti gli accertamenti. Io stesso sono andato a fare un sopralluogo sulla scena del crimine assieme al Gabinetto di polizia Scientifica quando abbiamo avuto la disponibilità del personale che, per quello che accade in Sicilia, dovrebbe avere 150 persone per essere presente dovunque, in tempo reale, come la cronaca televisiva e giornalistica vorrebbero. Ma non è così e quindi abbiamo dovuto aspettare. Quando abbiamo avuto il personale del Gabinetto di polizia Scientifica ci siamo fatti un'altra idea. Poi la polizia giudiziaria ha svolto ulteriori indagini a riscontro - ha proseguito Di Leo -, abbiamo verificato che alcune cose che ci erano state dette nell'immediatezza non rispondevano a verità, ulteriori contraddizioni. L'idea diversa deve essere poi, naturalmente, compendiata, riscontrata, confortata, verificata. E allo stato siamo arrivati a questo punto, abbiamo ancora gli accertamenti tecnici in corso, la signora deve essere interrogata, dovranno essere risentiti i figli della signora, dovremo svolgere ulteriori attività a riscontro su vicende pregresse ed attuali. Poi tireremo le fila di questa vicenda che ormai, a me sembra, nella sua dinamica materiale abbastanza chiara".

La bottiglietta con l'acido 

"Dovremo accertare se la bottiglietta l'ha portata in casa la signora o era già dentro l'abitazione, ma probabilmente l'ha portata la signora. Questo sembra dedursi dalle immagini di cui siamo in possesso" - Di Leo ha risposto alle domande dei giornalisti presenti nella sala "San Michele" - .

Il vicario della Questura: "Impegno e dedizione dei poliziotti"

"Tengo a sottolineare l'impegno e la dedizione che il personale degli uffici, fin dal primissimo momento, hanno dedicato a questo caso. Un caso delicatissimo appunto e non solo per la materia trattata, ma anche per le difficoltà ci sono state" - ha detto il vicario del questura, il primo dirigente Francesco Marino - . Abbiamo dovuto far intervenire la polizia Scientifica di Palermo. Ad Agrigento abbiamo la Scientifica, ma per arrivare ad un materiale probatorio di un certo livello sono stati messi a disposizione del procuratore i colleghi di Palermo".

Di Leo: "Impegno di tutte le forze dell'ordine" 

"Nell'ultimo mese, in questa provincia, dove la Procura ha in atto il 50 per cento dell'organico, abbiamo avuto un omicidio, 3 tentati omicidi, lo sfregio di Palma, sbarchi, con l'arrivo anche di un cadavere ucciso in Libia. Questa è la realtà di questa provincia - ha sottolineato il procuratore della Repubblica -, che non mi pare molto mutata, oltre a tutti i casi da 'codice rosso' che quotidianamente trattiamo e arrivano sulle nostre scrivanie che comportano un impegno per le forze dell'ordine e della Procura che non conosce né Natale, né Capodanno".   

Il nuovo richiamo alla stampa   

Ancora una volta, il procuratore Di Leo ha richiamato i giornalisti: "Reitero l'invito alla massima cautela. Se è stata fatta una legge, a garanzia dell'indagato, per cercare di frenare questo modo di fare informazione, questo è un caso che dà ragione al legislatore. Come s'è visto, già nella fase delle indagini preliminari l'apparenza iniziale è stata capovolta. L'accertamento dei fatti è un'attività complessa, che prevedono più attori, e l'accertamento processuale prevederà il contraddittorio. Quello che ne risulterà va trattato con prudenza, lo scopo delle indagini penali è accertare i fatti nella loro materiale realtà, non nella narrazione che di questi fatti viene fatta. Non è compito della Procura insegnare il mestiere della stampa, ma non è compito della stampa insegnare alla polizia e alla Procura della Repubblica come si fanno le indagini. E soprattutto non ci si può sostituire agli organi che sono istituzionalmente preposti a fare le indagini in nome di un preteso diritto di cronaca. La cronaca è un dovere, bisogna comunicare il fatto, ma costruire realtà diverse non è compito degli organi di stampa. Bisogna aspettare e avere la pazienza d'aspettare".  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'arresto della 50enne che accusò il marito d'averla sfregiata, il procuratore: "Fondamentali il quadro clinico della donna e le intercettazioni"

AgrigentoNotizie è in caricamento