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Sviluppi dopo la cattura

L'arresto di Matteo Messina Denaro, individuato un secondo covo: è un bunker fatto realizzare in un'altra casa

Non è ancora chiaro se si tratti del luogo in cui il capomafia nasconde il suo tesoro: documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. L'Ordine dei medici di Trapani avvia audizioni: indagato un secondo sanitario

Mentre i Ris dei carabinieri sono ancora al lavoro in vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, nell'appartamento dove ha vissuto - per almeno sei mesi - il boss Matteo Messina Denaro e l'Ordine dei medici di Trapani annuncia di aver avviato le convocazioni per i sanitari che risulterebbero coinvolti nell'inchiesta, i militari dell'Arma del Ros hanno individuato un secondo covo utilizzato dall'ex super latitante. Il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all'interno di un'altra abitazione nella stessa area.

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Individuato il secondo covo

Non è ancora chiaro - secondo quanto riporta l'Ansa - se si tratti del luogo in cui il capomafia nasconde il suo tesoro: documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. Lo scopriranno i carabinieri dopo la perquisizione del bunker che si trova a circa 300 metri dall'abitazione in vicolo San Vito. Gli investigatori stanno attendendo l'arrivo del magistrato, del procuratore Paolo Guido. 

Indagato un secondo medico

L'oncologo trapanese Filippo Zerilli è indagato nell'inchiesta sulla rete dei favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro. Lo riporta l'Ansa. Avrebbe eseguito l'esame del dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castelvetrano doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe "prestato" l'identità. Lo studio del medico sarebbe stato perquisito dai carabinieri che devono accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle generalità del paziente. Nella lista dei possibili fiancheggiatori era finito anche un altro dottore: Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara che aveva in cura sia il boss, alias Andrea Bonafede, sia il vero Bonafede. 

L'ordine dei medici avvia audizioni 

"Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle Procure interessate, oggi stesso avvierò l'iter di accertamento di eventuali violazioni del codice deontologico da parte dei colleghi che risulterebbero coinvolti nell'inchiesta giudiziaria - ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi di Trapani, Vito Barraco - . Da qui a 10 giorni sarò io stesso ad ascoltarli, così come previsto dal nostro regolamento nazionale. Il verbale di audizione verrà poi trasmesso al Consiglio di disciplina dell’Ordine che deciderà sull’avvio o meno di un eventuale procedimento disciplinare. Per i reati più gravi il Consiglio di disciplina può anche procedere alla sospensione immediata dall’Ordine".

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Ris ancora al lavoro in vicolo San Vito

Intanto, i Ris stanno continuando ad ispezionare il covo dell'ex primula rossa di Cosa Nostra. Casa di proprietà di Andrea Bonafede, che è anche il nominativo della carta di identità utilizzata da "Diabolik". Già ieri era stata trovata un'agenda su cui l'ex latitante scriveva le sue riflessioni, anche sulla figlia Lorenza. Vi sarebbero anche delle date, di alcuni incontri. A quanto pare, non sono stati "pizzini", come era successo in passato. Trovata però una scatola contenente cartelle cliniche e visite effettuate.

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Bonafede agganciato da Messina Denaro un anno fa

Andrea Bonafede, il geometra che ha 'prestato' l'identità a Matteo Messina Denaro, fu agganciato per la prima volta dal boss un anno fa che dunque da almeno un anno gravitava nella zona di Campobello di Mazara. Sarebbe dunque attorno al gennaio dello scorso anno, secondo quanto avrebbe raccontato lo stesso Bonafede agli investigatori e agli inquirenti, che ci sarebbe stato il primo contatto tra i due. In quell'occasione, avrebbe spiegato Bonafede ai pm, il boss gli chiese di acquistare l'abitazione in vicolo San Vito in cui poi ha vissuto fino al giorno dell'arresto. Un acquisto che fu perfezionato a giugno del 2022. 

Domani la convalida dell'arresto del fiancheggiatore

E' fissata per domani mattina, probabilmente nel carcere Pagliarelli di Palermo, l'udienza di convalida dell'arresto di Giovanni Luppino, agricoltore 59enne di Campobello di Mazara finito in manette lunedì scorso dopo aver accompagnato il boss alla clinica Maddalena. Luppino, che sarà interrogato dal gip, alla presenza del pm della Dda Piero Padova, è accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Al giudice dovrà spiegare i suoi rapporti con il padrino ricercato per trent'anni.

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