L'inchiesta è stata avviata dopo l’omicidio di Vincenzo Corvo avvenuto a Lucca Sicula nell'aprile 2020 e per il quale non sono stati ancora individuati gli esecutori materiali. Il gip ha disposto anche un obbligo di dimora
Il gip: “Le conversazioni captate delineano la personalità spregiudicata di Vincenzo Corvitto e la sua chiara propensione ad assecondare compromessi con la criminalità organizzata pur di ottenere guadagni, ben consapevole dei ritorni in termini di protezione nei contesti territoriali in cui sono allocati i suoi interessi economici, e dei vantaggi conseguenti al trattamento di favore derivante dalla posizione di egemonia nel comparto economico di interesse"
Nella relazione semestrale, emerge che "il rischio di contrasti interni potrebbe scaturire anche dal fatto che boss e gregari sono determinati, dopo essere tornati in libertà, a riappropriarsi del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione"
Lorenza Guttadauro, che è anche nipote del boss affetto da un tumore e già operato due volte proprio per questo: "Una cella non è un ambulatorio medico". Ai pm che lo hanno interrogato a L'Aquila le condizioni di salute dell'ex superlatitante sono apparse invece "buone"
Il procuratore Maurizio De Lucia e l'aggiunto Paolo Guido sono a L'Aquila nel carcere di massima sicurezza in cui il boss è recluso al 41 bis dal 16 gennaio scorso. Finora non ha mai manifestato l'intenzione di voler parlare con gli inquirenti
Durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere Pagliarelli ha sostenuto di essersi limitato, senza visitarlo, a prescrivergli terapie e accertamenti per il tumore diagnosticato. Anche Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l'identità al boss, ha risposto alle domande degli inquirenti
Il gip che ha disposto il carcere per Alfonso Tumbarello rimarca che le indagini sui suoi legami con il boss vanno estese ben oltre gli ultimi due anni in cui gli ha consentito di curare il suo tumore. Il nome dell'indagato emergeva già negli anni Novanta. "Nessuna giustificazione deontologica per la sua condotta: ha permesso al mafioso di sfuggire alla cattura"
In manette insieme al dottore che avrebbe prescritto esami e farmaci al boss anche il cugino omonimo di Andrea Bonafede, che gli aveva prestato l'identità. Secondo la Procura il professionista non poteva ignorare l'identità del paziente. L'altro indagato avrebbe smistato ricette e prescrizioni
I militari del Ros hanno perlustrato un immobile di via Milwaukee, un'abitazione di campagna e una torrefazione gestita da Maria Mesi e dal fratello Francesco. Immortalata dalle telecamere dalle telecamere del Comune di Campobello di Mazara l'auto del boss
Matteo Frasca, nella relazione per l'apertura dell'anno giudiziario, avverte: "La inquietante rete di protezione a diversi livelli di cui ha beneficiato il latitante, senza la quale non avrebbe potuto sottrarsi per così lungo tempo alla cattura, pone seri interrogativi"
Sono le parole che il boss - che da 10 giorni è recluso nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila - avrebbe ripetuto più volte: le sue preoccupazioni sono legate alla cura del cancro al colon
Il geometra che gli ha prestato l'identità, arrestato per mafia e che inizialmente aveva fatto delle ammissioni, durante l'interrogatorio ha scelto il silenzio
L'uomo, nipote del reggente di Campobello di Mazara, è finito in carcere per associazione mafiosa e i magistrati non credono alla sua versione. Avrebbe assicurato identità, covo, cure e macchine all'ex superlatitante già a partire dal 2020. Per le ricette si sarebbe rivolto al "dottor Tumbarello"
Con l'accusa di associazione mafiosa i carabinieri del Ros hanno bloccato il geometra di Campobello di Mazara, secondo l'accusa gli ha anche dato il bancomat permettendogli di fare delle spese e gli ha fatto acquistare la Giulietta
Lo squadrone dei Cacciatori Sicilia è pronto ad entrare nel covo di via Cb31 per cercare eventuali nascondigli. Sentiti Il figlio dell'autista di "Diabolik" e il titolare della concessionaria dove il padrino comprò la Giulietta
Lo ha detto il vescovo emerito della diocesi di Mazara del Vallo, che oggi ha celebrato messa nella parrocchia Madonna di Fatima di Campobello, a pochi passi dal covo di vicolo San Vito. L'appello ai fiancheggiatori: "Chi sa, parli"
C'è anche un magnete da frigorifero con l'immagine de 'Il padrino' e con la scritta 'Il padrino sono io' oltre ad alcune fotografie di animali feroci nel covo del boss mafioso "Diabolik" in vicolo San Vito a Campobello di Mazara
L'ex procuratore di Palermo: "Non c'era nulla di definitivo, nessuna acquisizione certa sulla sua presenza e nessuna prospettiva di imminente localizzazione (di "Diabolik")"
A prima vista non è stato ritrovato materiale rilevante per le indagini nel mezzo, ma elementi importanti potrebbero emergere dalle ulteriori verifiche. Non sarebbe stato installato un Gps, che permetterebbe di ricostruire i movimenti del boss. Continuano le perquisizioni a Campobello. Nel primo covo trovate decine di libri, compresa la biografia di Putin
Giovanni Luppino davanti al gip si è difeso così: "Non lo sapevo che era lui, solo un pazzo avrebbe potuto accompagnarlo sapendo che si trattava del boss. Mi creda". Ma per i pm di Palermo il commerciante di olive "è un collaboratore certamente fidato di uno degli ultimi storici capi della stagione stragista"
La polizia è riuscita ad arrivare alla casa attraverso chi ha fatto il trasloco ad Andrea Bonafede per andare nella residenza dove ha alloggiato fino a prima dell'arresto
Gli investigatori stanno analizzando le carte scovate in vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, per ricostruire le relazioni dell'ex superlatitante. Ci sarebbe anche una sorta di tabella con entrate e uscite. In nessuno dei nascondigli individuati finora però sono stati trovati soldi
Giovanni Luppino, commerciante di olive, ha sostenuto di non conoscere il boss che gli era stato presentato come cognato di Andrea Bonafede, e di averlo accompagnato perchè doveva sottoporsi alla chemioterapia
Continua la caccia a covi e nascondigli che il superboss ha potuto utilizzare durante la sua trentennale latitanza. I tre immobili si trovano in un'area di 500 metri. Rinviata, a Caltanissetta, l'udienza sulle stragi di Capaci e via D'Amelio
Il comandante Pasquale Angelosanto: "Abbiamo incrociato i dati e ottenuto una lista di circa 150 codici. Soltanto quando la cerchia si è molto ristretta abbiamo avviato le verifiche personali. E agli inizi di dicembre siamo arrivati a Bonafede"