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Domenica, 28 Aprile 2024
L'omicidio Di Falco

Il procuratore: "Di quale cultura vogliamo essere capitale? Delle sparatorie in mezzo alle strade o della spazzatura gettata per strada"

Il capo dei pm ha annunciato che presenzierà all'autopsia: "Spero che vengano consulenti di parte perché anche questo potrà servire a sopire un clima che non è assolutamente tranquillo"

Oggi è il giorno dell'autopsia. "Presenzierò io stesso e spero che vengano consulenti di parte perché anche questo potrà servire a sopire un clima che non è assolutamente tranquillo", ha detto - durante l'incontro con la stampa nella sala San Michele della questura - il procuratore Giovanni Di Leo. "Sono molto soddisfatto del lavoro delle forze dell'ordine e dei risultati fin qui acquisiti. Speriamo che fatti di questo genere non accadano più, ma non è il primo fatto a mano armata che c'è in provincia da quando io sono arrivato qua. C'è un'eccessiva libertà - ha ripetuto, più volte, Di Leo - di armi. Libertà che sarà oggetto di specifica attenzione sia a livello di prevenzione che su fronte investigativo. Non ci saranno sconti. In una società che si appresta ad ospitare la manifestazione Capitale italiana della cultura, ma ci vogliamo chiedere di quale cultura vogliamo essere capitale? Della cultura delle sparatorie in mezzo alle strade, della cultura della spazzatura gettata per le strade - ha 'tuonato' il procuratore di Agrigento - . Questi fatti sono espressione di una società che deve cambiare e deve cambiare rapidamente. Perché i 'costi' di questo tipo di cultura li pagano i vostri figli - ha continuato, lanciando un appello a tutti gli agrigentini, - che sono poi costretti ad andarsene". 

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La tragedia del Villaggio Mosè, a livello sociale, non può che aver determinato insicurezza. "Insicurezza che comporta anche il fatto che le attività imprenditoriali, commerciali, ricettive aprono e chiudono perché la gente non si sente sicura". 

La pistola che continua a non trovarsi

L'arma che ha ucciso il 38enne di Palma di Montechiaro non si sa che fine ha fatto. "Si può capire, è stata presa e nascosta da qualcuno e per quale scopo lo possiamo anche intuire, che non è solo di inquinare probatoriamente il procedimento - ha spiegato il procuratore - . 

In attesa degli esiti esame Stub

L'esame dello Stub è stato fatto su tutti gli indagati, ma non soltanto. "Siamo in attesa dei risultati che hanno i loro tempi" - ha detto Di Leo - . Esami che però non dovrebbero avere una grande rilevanza perché tutti erano molto vicini a causa della colluttazione.

Serve un nuovo gabinetto di polizia Scientifica 

"Sarebbe un bene per le amministrazioni centrali capire che due gabinetti regionali di polizia Scientifica sono pochi. Per questa parte dell'isola serve una struttura in grado di fare quello che è indispensabile. Ci sono accertamenti scientifici di cui l'autorità giudiziaria ha bisogno nel breve tempo possibile e normalmente, quando siamo fortunati, aspettiamo due, tre mesi - ha spiegato il procuratore di Agrigento - . Il che è inammissibile per fronteggiare questo genere di fenomeni. La rapidità della risposta giudiziaria è affidata anche alle strutture di cui si avvalgono chi deve applicare le norme. Sarebbe il caso di istituire o ad Agrigento o a Caltanissetta una ulteriore struttura scientifica per le indagini che sono indispensabili anche alle Procure di Sciacca, Trapani, Gela, Enna, Ragusa". 

Grande sinergia fra gli uffici

"Assoluta sinergia, fin dai primissimi momenti, con la polizia Scientifica, con il commissariato di Palma di Montechiaro e con la sezione Volanti della questura. Se il lavoro fatto così bene, per come ha sottolineato il procuratore, è semplicemente perché siamo stati tempestivi nel raccogliere tutti gli elementi di prova che in un contesto così particolare e delicato non era semplice", ha spiegato il dirigente della squadra mobile Vincenzo Perta. "Abbiamo avuto l'aiuto delle telecamere e ricostruire le varie dichiarazioni rese da più persone ci ha consentito di offrire alla procura un quadro probatorio che, almeno allo stato, ha permesso di avere 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere per omicidio per errore. E' un risultato che dal punto di vista operativo e investigativo - ha concluso il dirigente della Mobile - possiamo ritenere considerevole". Sinergia anche con la procura, per come ha invece tenuto ad evidenziare il questore di Agrigento Tommaso Palumbo. 

La collaborazione dei cittadini 

"Sottolineo anche la collaborazione di molti cittadini che erano presenti e che non hanno avuto paura a chiamare le forze dell'ordine - ha detto il procuratore Giovanni Di Leo -, sono stati sentiti e hanno riferito quanto avevano visto, fornendo anche elementi di rilievo per la ricostruzione del fatto. E questo è un segnale positivo che va raccolto, ma ripeto si deve uscire dalla cultura per la quale un contrasto di qualsiasi genere può essere risolto con l'uso della violenza, della forza o peggio a mano armata. Questa è una cultura inaccettabile". 

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