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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'approfondimento / Lampedusa e Linosa

Bare per i migranti e rifiuti di hotspot e molo Favarolo: gestione e spese passano alla Prefettura, sgravato il Comune di Lampedusa

Per il Municipio il centro di contrada Imbriacola diventerà, finanziariamente parlando, trasparente: come se non ci fosse

Il Comune di Lampedusa e Linosa non anticiperà più i soldi per pagare i rifiuti dell'hotspot o di molo Favarolo e per la fornitura (compreso il trasporto e la sepoltura) delle bare dei migranti recuperati al largo o sotto costa. Non si dovrà più quindi rendicontare e attendere il rimborso delle spese sostenute da parte del ministero dell'Interno, attraverso la Prefettura di Agrigento, facendo i salti mortali (spostando i fondi da un capitolo all'altro) per far quadrare i conti. 

Dallo scorso primo ottobre, quando a Punta Alaimo sono stati recuperati i resti di un migrante che è stato in mare da un minimo di 10 ad un massimo di 20 giorni, i costi di fornitura, trasporto e sepoltura, interfacciandosi direttamente con le agenzie di onoranze funebri, vengono sostenute direttamente dalla Prefettura di Agrigento. 

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E non è un dettaglio. Perché nel 2022, il Comune di Lampedusa e Linosa per le bare dei migranti morti sull'isola o già giunti cadaveri ha anticipato un gruzzoletto non indifferente: ben 85.700 euro. Lo scorso aprile, la direzione centrale dei Servizi civili per l'immigrazione e asilo del ministero dell'Interno ha naturalmente accreditato l'importo alla Prefettura di Agrigento e da piazzale Vittorio Emanuele i soldi, per la copertura delle spese, sono "rimbalzati" al Municipio delle isole Pelagie. Ma non è l'unica spesa che verrà coperta direttamente dalla Prefettura. C'è, infatti, quella ben più pesante per la raccolta, trasferimento e smaltimento dei rifiuti provenienti dall'hotspot o da molo Favarolo. Ogni anno è stata di circa un milione di euro la spesa anticipata, e poi appunto rimborsata da Prefettura e ministero, al Municipio. 

Il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, fin dal suo insediamento, dopo aver raccolto sfoghi e richieste da parte del sindaco Filippo Mannino, ha deciso di far in modo che l'approccio fosse diverso: sollevare il Comune di tutte le competenze che non sono sue. Se per le bare è stata data una corretta interpretazione alla legge perché si tratta di morti in mare e quindi di competenza statale, nell'ultimo, vituperato, decreto legge è stato previsto che la gestione dei rifiuti derivanti dal fenomeno immigrazione venga fatta direttamente dalla Prefettura di Agrigento. E l'ufficio territoriale del governo adesso darà incarico alla ditta - potrebbe sceglierne una qualunque, ma si opterà per quella che è già sul territorio - di raccogliere la spazzatura in maniera separata da quella degli isolani e con conti, naturalmente, diversificati. E la spesa verrà onorata appunto dalla Prefettura. Un passo che, di fatto, concretizzerà un obiettivo: per l'ente Municipio l'hotspot diventerà, finanziariamente parlando, trasparente: come se non ci fosse. Il Comune, almeno su questo "fronte" non si ritroverà più a corto di fondi. 

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Mannino, già all'inizio dell'anno, prima del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si era fatto in Prefettura, alla presenza del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, aveva anche reclamato di poter assumere personale. "Ho 15 dipendenti in tutto e metà di questi impiegati sono quotidianamente impegnati a risolvere questioni e problemi dell'hotspot, ad iniziare dall'ufficiale di Stato civile che è perennemente - aveva spiegato il sindaco delle Pelagie - impegnato a fare pratiche per i cadaveri che sono arrivano (pratiche che continueranno ad essere fatte anche adesso dal funzionario comunale). Ma anche l'ufficio tecnico è sistematicamente impegnato in problemi di spazzatura, reflui fognari dell'hotspot e barchini sparsi ormai su tutte le nostre coste che sono deturpate". Al momento, fra le varie, prioritarie, richieste resta dunque quella di poter fare assunzioni a tempo indeterminato ed avere, di fatto, più personale a disposizione. 

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