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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Spaccio, movida e maltrattamenti, il questore: "Serve uno sforzo corale, altrimenti non potremo far altro che raccogliere i morti"

Ricifari: "Se, ad esempio, il pusher torna subito libero o se all'esercente, dopo che abbiamo fatto multe per mille o 5 mila euro o gli abbiamo sospeso la licenza per 3 volte per una settimana, il Comune non gli revoca la licenza, cominciamo ad essere poco credibili come Stato"

"Abbiamo bisogno di uno sforzo corale delle istituzioni e dei cittadini. Istituzioni come la polizia, la magistratura, l'avvocatura, i Comuni, le Asp, l'assistenza sociale, le famiglie e i singoli. La pubblica sicurezza, per essere garantita, richiede comportamenti sicuri da parte di tutti. Comportamenti sicuri non solo per noi stessi, ma che non mettano a repentaglio la sicurezza dei terzi. Tante volte abbiamo arrestato persone che si rendono responsabili di spaccio o persone trovate in possesso di armi. Ma abbiamo anche rilevato e contestato comportamenti pro-movida da parte di esercenti che travalicano e sfociano negli illeciti amministrativi e penali. Noi dovremmo garantire la pubblica sicurezza. E' un fatto che il legislatore preveda determinati limiti e altra cosa è che determinati limiti invalgano per prassi, interpretazione giurisprudenziale e spesso interpretazioni strettamente localistiche. Nel distretto di Palermo vengono date delle interpretazioni, in quello di Aosta diverse. E' difficile assicurare la sicurezza in una condizione del genere. Il prefetto convoca il comitato, facciamo le riunioni, noi e i carabinieri facciamo azioni per il contrasto dello spaccio, della movida rumorosa e violenta. Poi però queste azioni non trovano l'assistenza delle altre istituzioni, se poi, ad esempio, lo spacciatore continua ad essere libero, se poi l'esercente, dopo che abbiamo fatto multe per mille o 5 mila euro o gli abbiamo sospeso la licenza per 3 volte per una settimana, il Comune non gli revoca la licenza. Se tutto questo avviene noi cominciamo ad essere poco credibili come Stato. O ci si muove organicamente, magistratura, polizia, istituzioni locali, politica, oppure se andiamo in ordine sparsi diamo messaggi che funzionano poco". E' con queste parole, un autentico fiume in piena, che il questore di Agrigento Emanuele Ricifari ha fatto un ragionamento volto a richiamare tutti ad attenzione e responsabilità.

Minori ubriachi in pieno centro, il questore Ricifari ai genitori: “Sorvegliate i vostri figli”

"Spacciava cocaina ed hashish 'porta a porta' e s'è scagliato contro un poliziotto": arrestato un ventiduenne

Prendendo spunto dall'arresto del ventiduenne di Canicattì che, in sella ad una moto di grossa cilindrata, cercando di fuggire ad un controllo di polizia, ha travolto e ferito un poliziotto del commissariato, il questore ha analizzato quello che sta accadendo ed ha, appunto, richiamato ad unità. Non ha parlato Ricifari né dell'arresto, né dell'attività investigativa. Ma ha usato il fatto storico per fare delle considerazioni: "Vorrei che in tutte le occasioni di spaccio arrestassimo, a prescindere dal quantitativo di sostanza stupefacente di cui è in possesso la persona. E' invalso, nella giurisprudenza, che fino a 18, 20 grammi, anche se distinti in 5 o 6 dosi, non si arresta perché la 'roba' viene considerata per uso personale. E questo accade anche quando la persona ha dei soldi in tasca o viene trovato in possesso di un bilancino di precisione - ha rimarcato la realtà dei fatti - . E' quindi inutile se faccio l'azione sulla piazza di spaccio, se poi lo spacciatore non lo arresto oppure se torna libero dopo un po'".

Già nelle scorse settimane, dalla redazione di AgrigentoNotizie, il questore aveva lanciato un allarme in merito ai "fiumi" di droga che circolano. Ed è tornato a ribadirlo, a cuore aperto, anche stamani: "Sta circolando molta 'roba' brutta, cioè mal tagliata, ma anche crack con principi attivi particolarmente elevati. E anche la marijuana e l'hashish contengono principi attivi 7 o 8 volte superiori, prodose, a quella che circolava 20 anni fa. O prendiamo tutti, famiglie, scuole, ragazzi, istituzioni dei provvedimenti, oppure avremo i morti in mezzo alla strada causati dallo sballo, non quelli uccisi a pistolettate, ma quelli messi sotto dalla macchine guidati da sballati. E avremo il pusher, cavallino di un'organizzazione, che torna libero di circolare poco dopo l'arresto". 

Il ventiduenne arrestato l'altra sera a Canicattì è stato, del resto, posto ai domiciliari. Ma il questore s'è detto preoccupato anche per coloro che vengono arrestati per armi e che vengono messi ai domiciliari o tornano liberi nel giro di poco. "Non è un problema della Procura locale o della magistratura di Palermo. Questo - ha spiegato Ricifari - è un problema su cui si sono già espressi i questori di Roma, Napoli, Torino, Palermo, Milano. Lo abbiamo detto, lo continuiamo a dire". 

"Ieri sera, fra piazzetta San Calogero e piazza Vittorio Emanuele, alle due di notte, mi sono ritrovato davanti 3 ragazze, dai 15 ai 18 anni, che vomitano pure l'anima. In questo, c'è una responsabilità che non è né del sindaco, né del magistrato, né del poliziotto. Ma di mamma e papà. Annuntio vobis: la terza volta che becco una ragazzina che, alle 2 di notte, sola in mezzo alla strada, segnalo al tribunale dei minori. E lo farò che sia figlia di scienziato, di giornalista, di poliziotto, di magistrato. Farò di tutto - è stato chiaro il questore di Agrigento - per mettere paura a papà e mamma affinché mettano delle regole. Il principio di autorità va ristabilito: in classe c'è un insegnante, a casa ci sono i genitori. Se io chiamo i genitori di un ragazzo trovato a spinellarsi o pieno di crack davanti alla discoteca mi dicono: 'Ma perché non fate il vostro lavoro, inseguite i delinquenti invece di cercare mio figlio ubriaco'. E' un allarme di sicurezza pubblica. Non può funzionare così e non si può consentire che le forze di polizia sostituiscano le famiglie o chi ha l'autorità di patria potestà". 

"La gente deve smettere di pensare che queste cose (spaccio e consumo di stupefacenti ndr.) avvengano nei giardinetti bui di Villaseta. Succedono invece in pieno centro, succedono anche a casa dove invece di studiare si fanno una canna. Alle 2 di notte mamma e papà non lavorano. Se hai una figlia a 15 anni che vomita in pieno centro, un problema te lo devi porre - ha rimarcato, rivolgendosi alle famiglie, - . Non te lo posso risolvere io Stato questo problema. E' un richiamo al principio di responsabilità individuale che investe tutti, anche il vicino di casa che sente la donna e i figli urlare e vede che quello torna ubriaco. Tutti a parlare di femminicidio. Le norme ci sono e funzionerebbero se i cittadini aiutassero, basta la notizia di un fatto del genere, anche non verbalizzata, che la polizia può fare un primo intervento. Se invece di chiamare, faccio finta di non vedere e non sentire, questo è il fallimento totale!". 

Di fatto, Ricifari ha richiamato "all'unità tutte le componenti sociali, prima lo Stato e poi il privato perché - ha concluso - o combattiamo la lotta tutti insieme, oppure non ne usciamo vincenti. Ma anzi perdiamo!". 

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