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Sabato, 27 Aprile 2024
L'inchiesta / Canicattì

Così il crack ha fatto crollare i prezzi di hashish e marijuana: viaggio fra i vicoli dello spaccio

Ecco lo snodo della nuova droga ricavata dalla cocaina. La svendita delle dosi (offerte anche a 1,50 euro) ha fatto aumentare i consumi, soprattutto tra i giovani: tutti i prezzi

"Amica cerchi 'fumo'? Ho roba buona, a basso prezzo". È tutt'altro che difficile incappare, e non soltanto durante le sere del weekend, in simili offerte. Basta percorrere una delle piazze di spaccio e si viene agganciati con sfrontatezza. Se si rallenta il passo, anche se non intenzionati a comprare, all'altezza del petto si para all'improvviso innanzi una mano con 4 palline di carta stagnola: "Quattro, 10 euro. È serata di affari!". Andare oltre, non equivale a stoppare l'approccio: "Arrivo anche a 5 se vuoi", cinque dosi di circa un grammo a 10 euro. Fermarsi indica l'avvio dell'illegale compravendita oppure di un'audace trattativa: "Posso scendere, posso scendere. Anche 1,50 euro a 'storia'".

Parlare serve a poco. Viene dato per scontato che si sappia cosa ci sia dentro quelle palline. Alzare la mano e procedere con moto spedito, interrompe - senza possibilità di appello - l'incalzante abbordaggio dell'immigrato. Un giovane che, mentre tenta di piazzare la roba, continua a rivolgere a destra e a manca lo sguardo. È in guardia, teme il passaggio di una pattuglia di carabinieri o polizia. Paura non di finire nei guai con la giustizia perché di dosi in tasca verosimilmente ne ha poche, pochissime, e quindi verrebbero ritenute per "uso personale", ma di perdere la "serata di affari", per come lui stesso l'ha definita. 

I rischi di ictus e infarto

Comprare hashish e marijuana, a Canicattì, costa sempre meno. Ed è l'effetto del crack. Perché Canicattì, suo malgrado, è diventata la patria dello spaccio di crack. E non soltanto per i suoi abitanti, ma anche per tutti quelli del circondario: a Canicattì si arriva da Racalmuto, Grotte, Campobello di Licata, Castrofilippo, Naro.

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Cos'è il crack? Ricavato con processi chimici dalla cocaina, viene assunto inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in pipe di vetro o in bottiglie di plastica modificate. È uno stupefacente in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica. Gli effetti di euforia ed eccitazione durano da 3 a 15 minuti, poi l'assuntore si sentirà nervoso, irritabile e avrà voglia di rifumare: effetto craving. I sintomi dell'astinenza sono simili alla schizofrenia, accompagnati da deliri e allucinazioni. La morte di solito può sopraggiungere per overdose (bastano 800 mg), per arresti respiratori e/o cardiaci, nonché per ictus o infarto.

Il listino e le piazze di spaccio

Una dose di hashish o di marijuana fino a qualche tempo fa richiedeva anche 10 euro, in media 6 euro. Con il dilagare del crack, che costa 5 euro al grammo e i cui effetti sono molto più forti, gli altri prezzi sono stati abbattuti: "fumo" ed "erba" si trovano anche a 2 o 1,50 euro. Una striscia di cocaina, sempre di un grammo, costa invece 50 euro; 20 o 30 euro infine l'eroina. 

Gli stupefacenti, a Canicattì, nonostante i controlli delle forze dell'ordine, vengono smerciati - in linea di massima, perché di fatto è possibile trovarli anche in altre zone - in piazza Quattro novembre, largo Aosta, via Giuseppe Mazzini, nelle traverse di piazza Dante e fra le viuzze del quartiere Borgalino. 

Stime nazionali dei prezzi Dati della direzione centrale per i Servizi antidroga - Primo semestre 2022
  • Marijuana: tra 2.338 e 5.669 euro al chilo, tra 8 e 11 euro al grammo
  • Hashish: da 2.394 a 3.641 euro al chilo, tra 10 e 13 euro al grammo
  • Eroina, i prezzi si differenziano in base alla tipologia. Eroina brown (diamorfina base): tra 16.681 e 22.290 euro al chilogrammo, tra i 37 e i 45 euro al grammo. Eroina bianca (cloridrato di diacetilmorfina): tra 26.633 e 31.479 euro al chilo, tra 48 e 59 euro al grammo
  • Cocaina: tra 35.107 e 41.511 euro al chilo, tra 73 e 93 euro per grammo al dettaglio

La gestione del mercato

Il crack, a Canicattì, viene gestito al dettaglio da tunisini e marocchini che lo sintetizzano con bicarbonato di sodio o ammoniaca e candeggina per la maggior parte. Il processo chimico viene fatto - secondo quanto risulta alle forze dell'ordine - in catapecchie, utilizzate anche come abitazioni, che si trovano alle spalle di piazza Quattro novembre. Se all'interno degli appartamenti c'è chi "allunga" lo scarto della cocaina in polvere trasformandola in cristalli, per strada ci sono - e non sono affatto poche - le sentinelle. Connazionali pronti ad allertare quando si vedono sopraggiungere le pattuglie di polizia e carabinieri. In più occasioni sono stati trovati dei mini laboratori, lasciati però vacanti in fretta e in furia da chi era al lavoro. Un paio i migranti che, un anno fa, sono stati pizzicati e rimpatriati dai poliziotti del commissariato.

Tunisini e marocchini sono però soltanto la punta dell'iceberg, si occupano di sintetizzare il crack e di smerciarlo per strada. Tre, forse quattro, le "famiglie", un paio delle quali contigue alla consorteria mafiosa, che si occupano invece di reperire e far arrivare fino a Canicattì la cocaina. I grossi carichi giungono dal porto di Gioia Tauro, in Calabria. Quelli più piccoli, fosse anche solo mezzo chilo, da Catania e Palermo. E in questi casi sono i tossici, rigorosamente incensurati e dunque insospettabili, che si spostano per recuperare la polvere bianca. Un chilo di cocaina viene comprata a circa 36mila euro, 29mila euro - secondo quanto risulta da alcune inchieste - se dall'Agrigentino ci si muove autonomamente per andare a prendere la roba. L'illegale ricavo arriva anche a 100mila euro. Un chilo di eroina, sempre all'ingrosso, comporta invece una spesa di 30mila euro.

A Canicattì, per farsi di crack, arrivano come detto anche dai paesi limitrofi. In modo particolare - stando a quanto risulta alle forze dell'ordine - lo si può trovare in piazza Dante e nei vicoli e viuzze alle spalle. Il crack pare che sia a esclusivo appannaggio dei giovani, la cocaina viene invece consumata tanto dall'agricoltore, quanto dall'imprenditore e dai professionisti appartenenti a categorie diverse. Chi, e in questo caso si tratta già di tossicodipendenti, non può permettersi né il crack, né tanto meno la cocaina, trova "rifugio" nel Rivotril (un antiepilettico) o nel Fentanyl (un oppiaceo). E lo fa attraverso ricette vere o false rilasciate da professionisti compiacenti, magari tenuti sotto scacco da minacce e intimidazioni, oppure procurandosi ricettari rubati. 

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Una "guerra" senza fine

La polizia, nel gennaio dello scorso anno, ha trovato e sequestrato nel boschetto di contrada Grotticelli, a Canicattì, un involucro di cellophane con un chilo e 195 grammi di cocaina, ancora da tagliare. Due le persone arrestate. La stessa quantità di "coca", grosso modo, hanno recuperato i carabinieri lo scorso novembre su un'autovettura che ha tentato la fuga: due, anche in quel caso, gli arresti. Così come sono finiti nei guai padre e figlio che spacciavano polvere bianca davanti a un bar. Non sono mancati, in particolar modo dalla fine di aprile del 2021, a opera della polizia che talvolta ha lavorato anche con la guardia di finanza, denunce e arresti di persone trovate in possesso di crack, nascosto perfino nella pattumiera dei rifiuti

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Gli agenti del commissariato hanno fatto di più, ossia coniugare il penale con l'amministrativo: a tutti quei giovani che, dai paesi limitrofi, si sono spostati a Canicattì per comprare crack è stata sequestrata l'auto, ritirata la patente e sono stati destinatari di ordini di allontanamento per 48 ore. Chi ha poi violato i divieti, e sono stati diversi, ha ricevuto un daspo urbano.

36,345 chili di stupefacenti sequestrati, nell'Agrigentino, dall'1 dicembre 2022 al 30 novembre 2023

Questura di Agrigento

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