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Lunedì, 29 Aprile 2024
La sentenza

La rivolta in carcere con la minaccia dell'olio bollente e il ferimento dell'agente penitenziario: 9 condanne per direttissima

I detenuti avrebbero preso possesso di una sezione e preteso di parlare con il magistrato di sorveglianza: inflitte pene fino a 2 anni e 3 mesi di reclusione

Otto condanne fino a 2 anni e 3 mesi di reclusione per i nove detenuti arrestati lo scorso 2 gennaio per la rivolta al carcere "Di Lorenzo" quando avrebbero strattonato un agente penitenziario, rimasto ferito (15 giorni di prognosi per lui), per strappargli le chiavi della sezione "media sicurezza" e prenderne totale possesso.

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La sentenza, al termine del processo per direttissima, è stata emessa dai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, che li ha riconosciuti colpevoli delle accuse di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e sequestro di persona ai danni di un detenuto al quale sarebbe stato impedito durante la sommossa di spostarsi per essere sottoposto, dopo un malore, a una visita medica per una crisi ipertensiva in corso.

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La pena più alta - 2 anni e 3 mesi di reclusione - è stata inflitta a Raffaele Ballocco, siracusano di 37 anni. Due anni e due mesi ciascuno a Sebastiano Miano, 29 anni e Ferdinando Faro, 27 anni; entrambi di Catania.

Un anno e quattro mesi ciascuno per Andrea Di Fazio, 37 anni, di Paternò; Calogero Cristian Spadicchia, 27 anni, di Gravina di Catania e Luigi Pino, 29 anni, di Catania.

Un anno, due mesi e diciotto giorni, infine, per Samuele Romeo, 25 anni, di Paternò ed Ezio Vinci, 28 anni, di Siracusa. Il pubblico ministero Elettra Consoli aveva chiesto la condanna di tutti. 

Otto dei nove detenuti, in occasione dell'interrogatorio successivo all'arresto, assistiti dai rispettivi difensori (fra gli altri gli avvocati Diego Giarratana, Stefano Aliotta e Roberta Castorina), si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Uno solo aveva fornito la sua versione dei fatti esprimendo, per lo più, esasperazione per le condizioni di vita a cui erano sottoposti.

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I detenuti, in particolare, secondo la ricostruzione dell'episodio, dopo avere preso possesso di un'ala del carcere, avrebbero riscaldato l'olio col pentolino e minacciato i poliziotti penitenziari di gettarglielo addosso. Durante il barricamento, che aveva come finalità quello di reclamare un immediato incontro sul posto col magistrato di sorveglianza, avrebbero pronunciato insulti e minacce di morte a decine di agenti e al loro comandante che, nel frattempo, erano andati in massa nei luoghi dei disordini. Fra i motivi della protesta il freddo all'interno delle celle e le condizioni generali ritenute indecorose. 

La protesta, quando all'esterno le forze dell'ordine in tenuta antisommossa erano pronte all'intervento, è rientrata e la polizia penitenziaria ha provveduto all'arresto dei nove presunti promotori della sommossa che avrebbero aperto tutte le celle per fare uscire gli altri detenuti. 

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