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Domenica, 28 Aprile 2024
Polizia / Canicattì

La maxi rissa di piazza Dante a Canicattì: denunciati 3 giovani di Favara, Daspo urbano per tutti gli indagati

Per i prossimi due o tre anni, coloro che sono stati deferiti alla Procura non potranno rimettere piede nello slargo della movida. Chiaro e forte il richiamo del questore Ricifari

In piazza Dante a Canicattì, per i prossimi due o tre anni, non potranno rimetterci piede. Sono stati tutti "daspati" (Dacur ndr.) i ragazzi fino ad ora identificati, e denunciati, dopo la maxi rissa della notte fra il 28 e il 29 ottobre. Qualora dovessero violare il cosiddetto "Daspo urbano" verranno, non potrà essere altrimenti, deferiti alla Procura per l'inosservanza. 

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Le ultime denunce, in ordine di tempo, sono state formalizzate, dai poliziotti del commissariato di Canicattì, nella giornata di ieri. A finire nei guai, dopo che erano stati già identificati negli scorsi giorni, sono stati tre ventenni di Favara. Tre ragazzi in trasferta per trascorrere un sabato sera diverso, davanti ai locali della movida canicattinese, che hanno preso parte alla bolgia. 

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Il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, nelle ore immediatamente successive aveva richiamato tutti: "Nelle immagini si vedono persone adulte: 40, 50, 60 anni. Nessuna di questa si senta libera in coscienza perché è ancora più colpevole di quello che sta scalciando perché abbiamo un dovere educativo nei confronti di chi ci circonda. Una telefonata alle forze dell'ordine - aveva detto il questore - non fa esporre, ma ti consente di fare il tuo dovere di cittadino, di padre, di zio, di nonno". Le immagini acquisite dalla polizia hanno evidenziato che alla rissa c'era un "pubblico" femminile. E anche su questo si era soffermato il questore Ricifari: "C'è stato anche un 'pubblico' femminile partecipante nell'incitamento con applausi ed urla. Questo denuncia il vuoto cosmico nel cervello. La polizia lavora, ma siamo avviliti dall'atteggiamento dei cittadini". 

Da siciliano avvilito, il questore aveva anche evidenziato, in merito ai ragazzi che hanno dato vita alla maxi rissa, che "non si tratta di criminali, ma dei vostri figli. Stiamo parlando di ragazzi che vanno da 16 ad ultra ventenni. Si deve recuperare un concetto di educazione e di vivere comune  - aveva detto il questore, in quello che è stato uno dei suoi ultimi messaggi sociali - . Non è tollerabile che vi siano forme di emulazione infantile. Al bandito vero può capitare di fare a botte, ma quando lo fa, lo fa seriamente. Dalle immagini si vede un modo di fare molto violento, ma poco intelligente. E siccome c'è molta violenza e poca intelligenza, il dramma è dietro la porta".

"Siccome in queste situazioni è estremamente difficile stabilire chi ha innescato la rissa - ha tenuto a precisare il questore - . La norma prevede che tutti i partecipanti rispondono alla stessa maniera, anche chi eventualmente si è solo difeso. Quando succedono queste cose, quello che garantisce di più è allontanarsi e fare una chiamata alle forze dell'ordine. Perché se ti sei allontanato e hai chiamato, sei garantito. E se per caso le immagini ti hanno ripreso in mezzo alla bolgia - ha aggiunto, cercando di fare chiarezza coi giovani, - sei quello che ha chiamato le forze dell'ordine. E non è un'infamata che è una cosa diversa".  

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