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Lunedì, 29 Aprile 2024
L’iniziativa

Chef senegalese insultata perché di colore, a Palermo organizzata una cena di beneficenza in suo onore

Si svolgerà ai Giardini del Massimo e lei cucinerà insieme allo chef “di casa” Gianvito Gaglio. Il ricavato della serata, riservata a 60 persone con un’offerta libera a partire da 80 euro, sarà interamente devoluto alla missione “Speranza e carità” di Biagio Conte

A Palermo è tutto pronto per la cena di gala, a scopo benefico, dedicata a Mareme Cissé, la chef senegalese del ristorante Ginger di Agrigento vittima di un grave episodio di razzismo: una coppia di clienti aveva deciso di non cenare al ristorante dopo avere saputo che ai fornelli c'era un donna di colore. Episodio, duramente criticato sui social, che ha poi innescato una lunga catena di solidarietà soprattutto da parte di numerose associazioni.

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Ora, a Palermo, mercoledì 30 agosto ai Giardini del Massimo, ci sarà una cena di beneficenza in cui Mareme Cisse cucinerà a fianco dello chef “di casa” Gianvito Giglio.

Una cena, confezionata a quattro mani e riservata a 60 persone con un’offerta libera a partire da 80 euro, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla missione ”Speranza e carità” di Biagio Conte. Fra i partecipanti figurano il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il sindaco di Agrigento Francesco Micciché e il sovrintendente del Teatro Massimo Marco Betta.

“Ogni persona che lascia il proprio Paese - dice la chef Mareme Cissé, che sia la Sicilia o il Senegal o qualsiasi altro, porta con sé la propria cultura, i propri saperi, le proprie storie che finiscono inevitabilmente per arricchire il Paese ospitante. È sempre stato così. Far parte di una comunità significa per me questo: condivisione, scambio e rispetto reciproco, per costruire insieme cose nuove e di valore, in sintesi, per creare bellezza”.

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“Il cibo rappresenta un ponte tra noi e l’’altro’ - aggiunge Gianvito Gaglio - poiché la condivisione del cibo rende le persone membri della stessa comunità, parti di una stessa cultura, le mette in comunicazione. Ed è così che l’alimentazione diventa linguaggio utile ad abbattere barriere ideologiche, etniche, politiche e  sociali o al contrario uno dei mezzi più utilizzati per conoscere le culture altre, per mescolare le civiltà, per tentare la via dell’interculturalismo”.

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