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L'inchiesta

Scoperto smercio illegale di milioni di Sms non consumati: sanzionate due società di messaggistica

Bloccate le app illecite: i messaggi reimmessi sul mercato mondiale sono stati venduti a società operanti nel settore delle comunicazioni elettroniche per essere riutilizzati nei servizi di messaggistica pubblicitaria

Non è escluso - anche se non viene specificato dalla guardia di finanza - che vi possano essere incappati anche degli agrigentini. Utenti che hanno aderito alla promozione, tramite le funzionalità delle app, cedendo, dietro piccoli compensi, i messaggi Sms inutilizzati rispetto al quantitativo complessivamente contenuto nei pacchetti di offerte sottoscritte con i rispettivi operatori di telefonia mobile. Gli stessi Sms, successivamente reimmessi sul mercato mondiale, sono stati poi venduti a società operanti nel settore delle comunicazioni elettroniche (quali aggregatori/reseller e/o fornitori di messaggistica aziendale), per essere riutilizzati nei servizi di messaggistica pubblicitaria o di marketing di tipo Otp (password usa e getta), A2p (da applicazione a persona) o similari. Un sistema fraudolento attraverso il quale le società di messaggistica, dopo aver indotto gli utenti dei servizi mobili a contravvenire agli accordi contrattuali sottoscritti con i rispettivi gestori e in base ai quali è vietata la rivendita di qualsiasi servizio fornito, ottenevano cospicui guadagni dalla successiva commercializzazione degli Sms illecitamente acquisiti, cedendoli a un prezzo superiore (€ 0,01) a quello sostenuto (€ 0,005), seppure concorrenziale rispetto all’offerta di mercato.

A scoprire lo smercio illegale di milioni di Sms, non consumati dagli utenti, sono stati i finanzieri del nucleo speciale Beni e servizi (gruppo radiodiffusione ed editoria) che ha eseguito gli accertamenti su due società del settore di servizi di comunicazione elettronica. L'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), a seguito di numerose segnalazioni da parte di diversi operatori telefonici, ha richiesto la collaborazione delle Fiamme Gialle in merito alla presenza on-line di una serie di applicazioni mobili illecite (app scaricabili su smartphone da siti o market non ufficiali), il cui funzionamento non era in linea con la normativa del codice delle Comunicazioni elettroniche. Gli utenti che aderivano alla promozione, tramite le funzionalità delle app, cedevano, dietro piccoli compensi, i messaggi Sms inutilizzati rispetto al quantitativo complessivamente contenuto nei pacchetti di offerte sottoscritte con i rispettivi operatori di telefonia mobile. 

Nel corso dei controlli, i finanzieri del nucleo speciale Beni e servizi, coordinati dal comando unità speciali e dal comando dei reparti speciali della guardia di finanza, hanno acquisito la documentazione contabile e le informazioni utili a qualificare la tipologia del servizio offerto e ricostruire la filiera illegale di commercializzazione dei messaggi Sms. È così emerso che una prima società di capitali brianzola, operante nel settore della consulenza tecnologica e informatica, agisse come "operatore di comunicazione" senza averne titolo, mentre una seconda società di capitali, con sede nel modenese, operante nella fornitura di servizi di comunicazione elettronica, gestiva le applicazioni illecite. Dalla lettura della documentazione contabile delle due società, è stato possibile determinare che, con tali modalità illecite, nel triennio 2020-2022, sono stati gestiti 768 milioni di Sms (sia in ambito Ue che extra U3), 203 milioni dei quali interessanti il territorio nazionale. In esito agli accertamenti svolti dalla Gdf, l’autorità ha avviato un procedimento sanzionatorio che si è concluso con l’irrogazione nei confronti delle società coinvolte di una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 280.000 euro, per la mancata corretta identificazione della linea chiamante.

Queste app inviavano i messaggi dal terminale del cliente che aveva ceduto i propri Sms non utilizzati; pertanto, il numero del cliente appariva come il mittente, con il rischio che questi potesse essere chiamato o, peggio, sfruttato per attività fraudolente o comunque contrarie alla legge (a seguito di furto dell’account on line). I soggetti sanzionati, tramite le piattaforme da loro gestite, “ordinavano” al dispositivo mobile privato di inoltrare Sms a contenuto commerciale con l’utilizzo delle numerazioni degli utenti. Tali messaggi, privi dei riferimenti aziendali dei soggetti giuridici che ne originavano il contenuto, di fatto spostavano la responsabilità dei contenuti sul titolare della numerazione, il tutto in violazione della normativa. Per contrastare tale fenomeno, l’autorità, nell’ambito delle attività del comitato tecnico sulla sicurezza delle comunicazioni elettroniche, cui partecipa anche la guardia di finanza, ha adottato un piano di interventi, che prevede l’esecuzione di controlli mirati ed il blocco delle applicazioni individuate in base alle attività di vigilanza svolte. Inoltre, tale piano impegna gli operatori a monitorare gli effetti delle misure adottate e ad informare tutti gli utenti sulla natura illecita di tali pratiche nonché sui rischi connessi all’adesione a tali iniziative (es. blocco della Sim da parte del gestore per utilizzo anomalo).

L’attività risulta frutto delle sinergie tra Agcom e la componente speciale della guardia di finanza, costantemente protese alla tutela degli utenti del mercato e del sistema di comunicazione elettronica.

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