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Lunedì, 29 Aprile 2024
Nuovo provvedimento / Licata

L’incendio nel deposito di rifiuti a Licata: scuole chiuse per tutta la settimana, si attendono i dati Arpa

Intorno alle 13 il primo cittadino ha deciso di prolungare fino al prossimo 27 gennaio la sospensione delle attività didattiche solo per cautela

La nube tossica sprigionata dal vastissimo incendio che ormai da giorni tiene Licata con il fiato sospeso continua a rendere critica la situazione in città. I prodotti di combustione dei rifiuti che bruciano nel deposito della ditta Omnia in contrada Bugiades hanno costretto il sindaco Angelo Balsamo a chiudere le scuole in questi giorni e poi le attività commerciali che espongono prodotti all’aperto. Annullate anche tutte le manifestazioni in programma in spazi esterni con l'invito di indossare le mascherine all'aperto.

Una decisione, quella di stoppare ancora le attività didattiche, ribadita con un'ordinanza firmata oggi pomeriggio: scuole chiuse ancora fino al 27 di gennaio, salvo nuove possibili proroghe. Questo mentre si attendeono i primi esiti degli accertamenti condotti da parte di Arpa.

Stamattina era arrivata anche la decisione del Parco archeologico Valle dei templi che chiude momentaneamente Castel Sant’Angelo: “Preso atto dello stato di emergenza causato dall’incendio in corso presso il locale deposito di stoccaggio rifiuti, per il quale il sindaco di Licata ha emesso l’ordinanza n. 10 con cui vieta qualsiasi attività pubblica all’aperto, si comunica che dal 24 gennaio e fino ademergenza conclusa, il sito archeologico specificato in oggetto resterà chiuso.

L'incendio del centro di stoccaggio a Licata: in azione l'elicottero dei vigili del fuoco

Il dirigente provinciale dell'Arpa ha fatto sapere che nel pomeriggio arriveranno i dati dei campionamenti: "Per dare risposte alla popolazione sulla presenza di diossina - ha detto - servirà altro tempo".

L'impegno della Prefettura

Il vice prefetto Elisa Vaccaro, su delega del prefetto di Agrigento Filippo Romano, ha presieduto una nuova riunione del Centro coordinamento soccorsi per fare il punto della situazione. Si è preso atto della prosecuzione delle attività di spegnimento dei cumuli di rifiuti che si trovano all’interno dell’impianto posto sotto sequestro e del cambiamento delle condizioni climatiche che hanno favorito lo spostamento della cappa di fumo dal centro cittadino verso il mare migliorando la percezione della qualità dell’aria da parte della cittadinanza.

"Per garantire la continuità dell’intervento fino al risultato dello spegnimento definitivo - si legge in una nota della Prefettura - i vigili del fuoco stanno lavorando incessantemente con mezzi e uomini con turnazioni per la copertura delle intere 24 ore, nonostante le difficoltà dello scenario operativo dovute ai limitati margini di spazio di manovra e ai limitati fronti di accesso al sito. Ulteriori eventuali interventi con mezzi aerei saranno effettuati solo ove possibile a seguito di valutazioni tecniche di competenza degli organi preposti. L’amministrazione comunale, d’intesa con l’Arpa e l’Asp, continua a monitorare la situazione al fine di adottare le misure e le ordinanze idonee alla salvaguardia della salute e dell’igiene pubblica”.

Le reazioni della politica

Massimo Ingiaimo (Pd): “Dopo 72 ore dall’incendio del centro di raccolta ingombranti di piano Bugiades di Licata, che ancora cova sotto i cumuli di rifiuti e sprigiona fumo e odore acre, è del tutto evidente, anche in assenza dei dati dell’Arpa, che si sono formate diossine e composti tipici del nero fumo ascrivibili alla categoria degli idrocarburi policiclici aromatici. Pertanto, mentre si lavora per mettere in sicurezza il sito spegnendo definitivamente l’incendio, mentre gli inquirenti sono impegnati a individuare le responsabilità a vario livello, esistendo un rischio concreto con effetti gravi per la salute delle persone, occorre mettere a punto subito un sistema di monitoraggio differenziato sul breve, medio e lungo periodo, calibrato sulla ricerca dei diversi fattori inquinanti.In particolare occorre calibrare due distinte azioni di contrasto, una a breve e medio termine, legata ai fumi, ed una a lungo termine, legata al rischio diossina.

Si chiede, pertanto, al direttore sanitario dell’Asp di Agrigento di predisporre urgentemente sistemi e procedure che possano limitare gli effetti del rischio, attraverso un preciso piano di indagine sanitaria capace di determinare la situazione attuale di esposizione e di verificare l’efficacia delle misure prese ad intervalli precisi, attraverso una determinazione dei livelli ematici delle diossine e del bioaccumulo degli IPA nelle matrici alimentari. Si chiede, inoltre, al Sindaco di Licata, di adottare da subito misure di semplice prevenzione, come l’intimare di non alzare polveri se non bagnate, e di procedere ad una pulizia straordinaria per il lavaggio delle strade e degli spazi aperti.

Il Pd sta presentando i necessari atti parlamentari all’Ars e alla Camera per chiedere il suddetto monitoraggio a tutela della salute ma anche per chiedere al governo regionale e nazionale sia di adoperarsi tempestivamente per evitare la catastrofe ambientale, sia di sostenere le ricadute sul piano economico che inevitabilmente insisteranno su questo territorio già depresso.

Rosellina Marchetta, deputato Ars: “I licatesi non possono aspettare, bisogna valutare la dichiarazione dello stato d’emergenza. Ho inviato una nota al Ministro per la Protezione civile Sebastiano Musumeci, al presidente della Regione Renato Schifani e al dirigente generale del Dipartimento regionale della Protezione civile Siciliana Salvo Cocina chiedendo il massimo impegno al fine di arrivare al completo e definitivo spegnimento delle fiamme. Ho chiesto un massiccio spiegamento di risorse umane e di mezzi per far fronte nell'immediato alla drammatica situazione che tanto angoscia i cittadini licatesi e quelli dei paesi vicini, occorre inoltre una successiva bonifica e l'espletamento dell' iter necessario per la celere dichiarazione dello stato d’emergenza”.

In precedenza il coordinamento cittadino di Forza Italia aveva chiesto la convocazione urgente di una seduta del Consiglio comunale per valutare la possibilità di chiedere lo stato di calamità.

(Aggiornato alle 16:30)

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