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Emergenza immigrazione, Patronaggio: "Servono gli stessi strumenti usati contro mafie e terrorismo"

Sulle pagine di Avvenire l'ex procuratore di Agrigento stronca le misure che erano state annunciate come i "blocchi navali" e i "porti chiusi"

Oltre centomila ingressi in Italia solo nei primi 7 mesi del 2023, l'ex procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio lancia dalle pagine di Avvenire un appello: servono gli stessi strumenti che si utilizzano per il contrasto dalle mafie.

L'oggi capo della Procura di Cagliari in un lungo editoriale sul quotidiano della Cei, messo in chiaro che le "facili soluzioni agitate in campagna elettorale, dal blocco navale (una vera corbelleria giuridica alla luce delle indicazioni provenienti da illustri studiosi di diritto internazionale) ai cosiddetti “porti chiusi” (altra invenzione giuridica)", non portano a risultati effettivi nel contrasto al fenomeno, evidenzia come oggi siano "fortemente penalizzate" le attività di salvataggio delle Ong.

Patronaggio quindi rilancia la necessità di dotare gli inquirenti di professionalità e mezzi tecnici appropriati per consentire di indagare sui flussi di denaro e agire con intercettazioni satellitari in mare e nei deserti. In tal senso il procuratore auspica una collaborazione tra le intelligence e l'uso di satelliti militari per monitorare la situazione del Canale di Sicilia.

"L'Italia  - conclude su Avvenire - vanta grandi risorse professionali nel campo della lotta al terrorismo, alle mafie, al riciclaggio internazionale e al narcotraffico, siamo sicuri che queste professionalità non possano essere utilizzate per combattere questo immondo traffico di esseri umani?"

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