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Domenica, 28 Aprile 2024
Il verdetto

False fatture per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, il giudice: "Non è reato"

Sentenza di non luogo a procedere per un immigrato cinquantenne senegalese coinvolto nella vasta operazione "Illegal stay"

Presentare delle false fatture per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno non è reato: con queste motivazioni il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha disposto il non luogo a procedere "perché il fatto non sussiste" nei confronti di un senegalese cinquantenne finito a processo nell'ambito dell'indagine "Illegal stay".

L'operazione avrebbe disarticolato una presunta organizzazione che consentiva agli stranieri di ottenere permessi di soggiorno illegali attraverso false documentazioni.

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Presentare falsi documenti per il semplice rinnovo e non per il rilascio, tuttavia, come chiarito dal giudice che fa riferimento esplicito al contenuto letterale della legge, è irrilevante sul piano penale.

Sia il pubblico ministero che il difensore dell'imputato, l'avvocato Leonardo Marino, avevano chiesto al giudice di rigettare la richiesta iniziale della procura di disporre il rinvio a giudizio.

All'imputato si contestava di avere presentato in questura, nel febbraio del 2021, dei documenti che attestavano falsamente lo svolgimento di un'attività di lavoro autonomo.

In particolare erano state prodotte delle fatture con un timbro contraffatto di un'azienda che aveva peraltro una sede legale diversa. Un fatto, tuttavia, del tutto irrilevante secondo il gup che ha emesso una sentenza di non luogo a procedere e rischia di fare scricchiolare gran parte dell'indagine che ha coinvolto anche professionisti, responsabili di patronati e rappresentanti della comunità senegalese.

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