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Giustizia amministrativa / Canicattì

Terreni espropriati ma non utilizzati, proprietari vincono ricorso: il Cga condanna il Comune

Gli spazi sarebbero serviti a costruire degli alloggi popolari ma non tutti sarebbero stati effettivamente occupati. L’ente dovrà adesso risarcire i danni

Il Comune di Canicattì è stato condannato a risarcire gli eredi di una donna che, nel lontano 1984, si vide espropriati alcuni terreni che sarebbero stati utilizzati per la costruzione di alloggi di tipo economico e popolare.

Dopo alcuni anni dall’espropriazione e dalla ultimazione dei lavori, infatti, risultavano inutilizzate alcune aree, ragion per cui gli eredi della donna ne chiedevano la restituzione. 

Tale richiesta rimenava inevasa avviando quindi una lunga battaglia giudiziaria, fatta di ricorsi davanti al giudice amministrativo. Prima si contestava il silenzio dell’ente e poi il diniego dello stesso alla richiesta di restituzione dei terreni.

I ricorrenti, ritenendo complessivamente illegittimo il comportamento dell’amministrazione comunale di Canicattì, si sono rivolti agli avvocati Girolamo Rubino e Armando Buttitta che hanno chiesto il risarcimento del danno. In particolare i legali hanno rilevato come il complessivo comportamento dell’amministrazione canicattinese abbia costretto i loro assistiti ad una lunga attività giudiziaria consistita “in ricorsi avverso il silenzio, per l’ottemperanza e la nomina di un commissario ad acta e per l’annullamento dell’illegittimo provvedimento di diniego” alla retrocessione. Alla luce di tali circostanze il comportamento del Comune di Canicattì, secondo gli avvocati, avrebbe configurato quello che in gergo viene definito “danno da ritardo” che legittimava i propri assistiti ad ottenere un risarcimento.

 Il Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana, condividendo le tesi difensive formulate dagli avvocati Rubino e Buttitta, ha ritenuto che la cronologia degli avvenimenti ed i plurimi contenziosi attivati dagli eredi, volti ad ottenere la restituzione delle aree inutilizzate per la realizzazione dell’opera pubblica, hanno disvelato un comportamento gravemente negligente del Comune di Canicattì.

Infatti, secondo il giudice amministrativo, la condotta dell’amministrazione canicattinese ha lungamente ritardato, in assenza di valide motivazioni, l’emanazione del provvedimento per la restituzione ai cittadini delle aree espropriate e non utilizzate per la realizzazione dell’opera pubblica. Pertanto il Cga ha condannato il Comune di Canicattì a risarcire il danno da ritardo, liquidato in 15.000 euro, oltre al pagamento delle spese processuali che ammontano a 4.000 euro.

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