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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"Commercio online di abbonamenti televisivi pirata", sanzionato 72enne ... che però non si trova

La Guardia di finanza è stata incaricata di notificare l'ingiunzione, ma ogni tentativo di rintraccio dell'agrigentino è stato vano

Commerciava abbonamenti “pirata” attraverso i siti internet. Di fatto, dietro pagamento, permetteva ai suoi "clienti" di guardare partite di calcio, film e serie tv in maniera illecita, violando le norme sulla protezione del diritto d'autore. A scoprirlo, contestandogli le violazioni, è stato - era il 12 novembre del 2021 - il nucleo Operativo della Guardia di finanza di Agrigento.

Al settantaduenne agrigentino è stata imposta una sanzione pecunaria di 344 euro. Sanzione che non ha affatto pagato, né ha fatto arrivare - alla Prefettura di Agrigento - scritti difensivi o richiesta di audizione. Ed ecco dunque che è stata firmata un'ingiunzione di pagamento per totali 356 euro. Sempre la Guardia di finanza è stata incaricata di notificare l'ingiunzione, ma ogni tentativo di rintraccio dell'agrigentino settantaduenne - da parte dei militari delle Fiamme gialle - è stato vano, nonostante l'uomo risulta essere appunto residente nella città dei Templi. E non sono stati rintracciati neanche sui familiari conviventi. 

Il provvedimento è dunque finito, come avviene di norma in casi di questo genere, alla "casa" comunale. Trascorsi 30 giorni dalla notifica (l'affisione dell'ordinanza di ingiunzione a palazzo dei Giganti ha valore di notifica), verranno avviate - a meno che l'agrigentino non saldi quanto dovuto - le procedure esecutive.

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Abbonamenti pirata alle pay tv, rischiano anche gli utenti

Le 900 mila persone, sparpagliate in tutta Italia, che avrebbero acquistato ed utilizzato abbonamenti pirata alle pay tv, come è emerso da l'inchiesta "Gotha" della Procura di Catania che ha smantellato una rete che avrebbe gestito il 70 per cento dello streaming illegale nel Paese, rischiano grosso. Anche se ricorrendo agli accessi abusivi non si ha forse chiara la percezione di commettere reati gravi, in realtà le sanzioni sono infatti pesanti.

Le contestazioni per gli utenti potrebbero essere di violazione dei diritti d'autore, ma anche di truffa ai danni dell'emittente e pure ai danni dello Stato, che sul canone alle pay tv incassa delle tasse. Le pene possono arrivare fino a tre anni di carcere, con una multa fino a 25 mila euro per chi ricorre ai fornitori abusivi (che rischiano naturalmente pene ancora più pesanti).

A mettere in evidenza il risvolto per gli abbonati ai canali pirata è stato anche il commissario dell'Agcom, Massimiliano Capitanio: "Dopo l'operazione della Procura distrettuale di Catania oltre 900 mila italiani, sorpresi a guardare illegalmente contenuti a pagamento, rischiano gravi conseguenze penali ed economiche". Le conseguenze per i "clienti" sono state rimarcate anche dal direttore della polizia postale, Ivano Gabrielli: "Chi fa l'abbonamento illegale magari pensa che stia facendo una piccola cosa, ma in realtà contribuisce fattivamente a finanziare un mercato criminale con ricavi enormi".

Va detto che fino a qualche anno fa è prevalsa una linea "morbida" nei confronti degli utenti e la condanna al carcere è stata quasi sempre trasformata in una sanzione amministrativa: una multa, quindi, che comunque ha un costo più elevato di un abbonamento regolare alle pay tv. Tuttavia, ci sono stati anche dei casi in cui i giudici hanno negato questa convesione della sanzione: nel 2017, per esempio, capitò proprio a un palermitano che venne condannato a 4 mesi di carcere e a 2 mila euro di multa dalla Cassazione.

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