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Lunedì, 29 Aprile 2024
Lutto

Carabinieri: è morto il sottufficiale che riuscì a far consegnare il boss Maurizio Di Gati

Ignazio Dalli Cardillo convinse anche il boss di Delia, evaso dal carcere romano di Rebibbia, a consegnarsi ai militari dell'Arma.  I funerali si terranno venerdì, alle ore 15, alla chiesa del Quadrivio

Operazioni antidroga a mai finire con arresti e denunce. Tombaroli intercettati o incastrati grazie ad un "fiuto" investigativo infallibile. Ma anche, soprattutto, il sottufficiale che, per sei anni, mediò nell'ombra con la moglie dell’ex boss Maurizio Di Gati, ora pentito, per farlo consegnare ai carabinieri, riuscendoci quando il racalmutese perse la sfida col rivale Giuseppe Falsone. Ma convinse anche il boss di Delia, evaso dal carcere romano di Rebibbia, a consegnarsi ai militari dell'Arma. E' morto questa sera, a causa di un improvviso infarto, Ignazio Dalli Cardillo: esempio - vero e concreto - di quello che è un carabiniere.

Sempre pronto ad intervenire, mettendo sistematicamente a rischio la propria vita, il luogotenente Ignazio Dalli Cardillo - per una vita in servizio alla compagnia dell'Arma di Canicattì dove ha concluso la carriera come comandante del nucleo Operativo e Radiomobile, dopo essere stato al reparto Operativo antidroga di Palermo - ha dato tutto se stesso per un'istituzione alla quale credeva ciecamente, sacrificando anche i suoi affetti più cari.

Non amava la ribalta, sceglieva anzi di rimanere sempre un passo indietro quando venivano accesi i riflettori della stampa su determinati fatti di cronaca. Operativamente era invece sempre disponibile, quotidianamente pronto ad aiutare chiunque - per grandi o piccole cose - ne avesse bisogno. 

Il luogotenente - che tanto lustro, e non soltanto per i risultati, ma soprattutto per la lealtà e l'onestà, ha portato all'Arma dei carabinieri - è andato in pensione, alcuni anni addietro. Fu una scelta sofferta perché Dalli Cardillo non faceva il carabiniere per mestiere, era un sottufficiale nell'animo. "Mi manca una parte di me" - era solito dire ad amici e conoscenti dopo aver riposto la divisa - . Perché Dalli Cardillo credeva ciecamente in quello che faceva e lo faceva con dedizione e spirito di sacrificio non comune. Nel corso della sua carriera sono stati tanti i riconoscimenti che ha ricevuto: nel 2010 era stato anche nominato Cavaliere della Repubblica dalla presidenza del Consiglio dei ministri.

"Una grandissima perdita" - commentano, e con strazio, questa sera, alcuni dei suoi superiori. Perché di comandanti di compagnia - a Canicattì - ne sono passati tanti, nell'arco di tempo in cui Ignazio Dalli Cardillo era operativo, ma tutti hanno portato con se l'esempio e il valore di quel "ribelle" che, in silenzio, rendeva onore alla divisa. 

I funerali del luogotenente Ignazio Dalli Cardillo si terranno venerdì, alle ore 15, nella chiesa del Quadrivio. 

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