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Artisti da valorizzare

Trenta metri quadrati di pura arte per raccontare la “Vucciria”: il pittore che custodisce la sua Palermo nella città dei templi

Francesco Anastasi ha esposto la maestosa opera a Santo Spirito. Ora è tornata nel suo studio in attesa di andare in altre location: uno dei quadri più grandi al mondo descrive la storia del celebre mercato in un’amara involuzione che ne ha snaturato l’essenza e la magia

Dall’ Hospice di Palermo ai consolati di Malta e Tunisia passando per il museo Mondadori. Il maestro Francesco Anastasi, palermitano doc che alcuni anni fa si è trasferito stabilmente ad Agrigento, ha girato il mondo senza dimenticare le sue origini. Con amore e disincanto, con occhio critico e tocco ispirato, ha dedicato gli anni più importanti della sua maturazione artistica a realizzare un’opera pittorica tanto imponente quanto suggestiva ed unica nel suo genere: la “Vucciria” di Palermo la cui storia si dipana su 30 metri di tela. Elementi e particolari così numerosi, ricchi di sfaccettature e aneddoti, da rendere quest’opera un perfetto racconto didascalico, un compendio che racchiude il “mostrarsi” del celebre mercato palermitano sulla linea del tempo. E così la “Vucciria” di Anastasi può essere “letta” come una frase molto articolata suppur lineare: da sinistra a destra, scoprendone tutte le caratteristiche che l’hanno resa unica ma che, soprattutto, l’hanno profondamente trasformata. “E non è che questa trasformazione - ci spiega il maestro - sia stata positiva. Anzi, ne ha decretato la fine facendo perdere l’essenza più pura, la magia che caratterizzava questo posto nel cuore di Palermo”.

Dopo essere stata esposta per 5 mesi a Santo Spirito, nella città dei templi, ora la “Vucciria” di Anastasi è temporaneamente custodita nel suo studio in attesa di essere nuovamente esposta. Nel frattempo l’artista è in procinto di preparare la quarta edizione del premio “Luigi Pirandello” e la terza edizione del trofeo “Valle dei templi”. In entrambi i casi sono manifestazioni dedicate a promuovere l’arte attraverso le nuove generazioni, i giovani talenti da far conoscere al grande pubblico. 

“Otto anni di lavoro e di studio - spiega Anastasi - per realizzare questo pezzo unico”. “Un’opera - aveva detto il critico d’arte Aurelio Pes - di cui dobbiamo prenderci cura”. 

Con una lunghezza di 10 metri e un’altezza di 3 metri, è come un romanzo da sfogliare, una storia da scoprire pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo. ”Un percorso - aggiunge Anastasi - che parte dalla gloria e che purtroppo si conclude con la decadenza. Ricordo ancora quando, in un pomeriggio qualunque, vidi un gruppo di turisti tedeschi che si apprestavano a visitare la ‘Vucciria’. La guida che li accompagnava indicò quel luogo che, con trepidazione, si apprestavano ad ammirare dopo tanta attesa. Ma giunti a destinazione, non hanno nascosto tutta la loro amarezza. Spiazzati e profondamente delusi, sono andati via quasi subito”. 

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