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Domenica, 28 Aprile 2024
Tribunale

Truffa del volontariato ed evasione per mezzo milione di euro: a giudizio marito e moglie

Sono accusati d'aver stipulato con l'Asp - attraverso lo schermo giuridico di una fittizia associazione di volontariato - convenzioni per l’assistenza ai malati tramite il servizio di trasporto con ambulanze di pazienti dializzati

Marito e moglie e processo con l'accusa di evasione fiscale, truffa aggravata e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, accogliendo la richiesta del procuratore facente funzioni Salvatore Vella, ha disposto il rinvio a giudizio di due coniugi accusati di avere realizzato un raggiro che, complessivamente, avrebbe fruttato poco meno di 4 milioni di euro.

Si tratta di Giuseppe Fonti, 50 anni, e Grazia Angela Giordano, 44 anni. Poco più di un anno fa la Guardia di Finanza aveva eseguito un sequestro preventivo di beni per 3.757.604 euro nei confronti dei due responsabili della associazione di volontariato di Canicattì, "Sicania soccorso".

Associazione che - stando all'accusa - avrebbe beneficiato illecitamente di ingenti finanziamenti pubblici erogati dall'Asp di Agrigento. I fatti sarebbero stati commessi dal 2012 al 2016.

Scatta il maxi sequestro per l'associazione di volontariato

Le indagini, anche di natura finanziaria, hanno consentito di accertare che i due indagati, titolari (di fatto e di diritto) di un’attività d’impresa a fine di lucro, attraverso lo schermo giuridico di una fittizia associazione di volontariato dagli stessi gestita, sarebbero riusciti a stipulare con l’Asp di Agrigento delle convenzioni per l’assistenza ai malati tramite il servizio di trasporto con ambulanze (svolto essenzialmente presso il distretto sanitario di Canicattì), beneficiando illecitamente dei contributi pubblici destinati, per legge, in via esclusiva, al rimborso delle spese sostenute dai volontari che svolgono, in forma associativa, servizi assistenziali senza finalità lucrative ed in forma gratuita.

Le somme di denaro accreditate dall’Asp sui conti della "Sicania Soccorso", non venivano utilizzate - sostiene l'accusa - dall'apparente associazione di volontariato, ma venivano dirottate, con artifizi fiscali e falsa documentazione, nella disponibilità dell’impresa dei due indagati. Questo avrebbe consentito ai due coniugi, al contempo, di acquisire illecitamente i fondi concessi dall’Asp e dal ministero erogati in favore dell’associazione di volontariato e svolgere invece una piena attività a fine di lucro nella gestione del servizio ambulanze, facendo pagare il servizio agli utenti ed intascando, attraverso fittizie operazioni bancarie e del tutto in nero, somme rilevanti ed in maniera del tutto illecita. 

Tra l’altro, all’associazione di volontariato sarebbero state addebitate spese personali dei due indagati del tutto estranee, per loro caratteristiche, all’espletamento delle attività dell’ente, quali l’acquisto di costose autovetture di grossa cilindrata per oltre centomila euro.  

L’attività illecita avrebbe consentito agli indagati di ottenere un illecito indebito risparmio fiscale quantificato in 416.886 euro e di percepire indebitamente erogazioni e contributi pubblici ammontanti a complessivi  3.340.718 euro.

La prima udienza del dibattimento a carico dei due imputati, difesi dagli avvocati Giuseppe Barba e Diego Giarratana, è stata fissata per il 19 settembre.

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