Schiaffi e pugni al padre per estorcergli i soldi per la droga: giudizio abbreviato per 39enne
La vittima, un ex impiegato del tribunale, sarebbe stato minacciato di morte e brutalmente picchiato restando ferito e finendo due volte in ospedale
Schiaffi e pugni all'anziano padre che sarebbe stato minacciato di morte e brutalmente picchiato se si rifiutava di consegnargli i soldi per la droga e gli alcolici. Un trentanovenne di Racalmuto, già coinvolto in numerose vicende dello stesso tenore, finisce a processo e la difesa chiede il rito abbreviato. La procura gli contesta le accuse di maltrattamenti, estorsione e lesioni personali aggravate.
Il trentanovenne si sarebbe scagliato contro l'anziano padre, dipendente del tribunale in pensione, per sei anni, a partire dal 2017, picchiandolo e minacciandolo in maniera esplicita: "Ti ammazzo.. ti brucio... ti uccido... ti taglio la gola" - gli avrebbe detto in più circostanze.
Maltrattamenti ed estorsione al padre, chiesto rinvio a giudizio di 39enne
Al rifiuto del padre di consegnargli i soldi che gli sarebbero serviti per drogarsi o ubriacarsi lo avrebbe picchiato, danneggiando gli arredi della casa o l'auto del genitore e costringendolo, così, il genitore ad abbandonare l'abitazione.
L'anziano padre, in più circostanze, si fece medicare in ospedale lesioni alla testa, al braccio e all'orecchio. Dopo che il difensore, l'avvocato Gianfranco Pilato, ha comunicato la strategia processuale del giudizio abbreviato, il giudice per l'udienza preliminare Giuseppa Zampino ha aggiornato il procedimento al 9 gennaio per la requisitoria e l'arringa difensiva.