Schiaffi e pugni al padre per 6 anni per costringerlo a dargli i soldi per la droga: chiesto rinvio a giudizio di 39enne
La vittima, un ex impiegato del tribunale, sarebbe stato minacciato di morte e brutalmente picchiato restando ferito e finendo due volte in ospedale: contestate le accuse di maltrattamenti, lesioni ed estorsione
Schiaffi e pugni all'anziano padre che sarebbe stato minacciato di morte e brutalmente picchiato se si rifiutava di consegnargli i soldi per la droga e gli alcolici. Un trentanovenne di Racalmuto, già coinvolto in numerose vicende dello stesso tenore, rischia adesso di finire a processo per le accuse di maltrattamenti, estorsione e lesioni personali aggravate.
Il pubblico ministero Gloria Andreoli ha chiesto il rinvio a giudizio e l'udienza preliminare, dopo un rinvio per un problema legato alle notifiche, è stata fissata per il 7 novembre davanti al giudice Giuseppa Zampino.
Il trentanovenne si sarebbe scagliato contro l'anziano padre, dipendente del tribunale in pensione, per sei anni, a partire dal 2017, picchiandolo e minacciandolo in maniera esplicita: "Ti ammazzo.. ti brucio... ti uccido... ti taglio la gola" - gli avrebbe detto in più circostanze.
Al rifiuto del padre di consegnargli i soldi che gli sarebbero serviti per drogarsi o ubriacarsi lo avrebbe picchiato, danneggiando gli arredi della casa o l'auto del genitore e costringendolo, così, il genitore ad abbandonare l'abitazione.
L'anziano padre, in più circostanze, si fece medicare in ospedale lesioni alla testa, al braccio e all'orecchio. L'indagine è stata avviata dopo una sua denuncia. L'imputato ha nominato come difensore l'avvocato Gianfranco Pilato. Il padre potrà costituirsi parte civile.