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Sabato, 27 Aprile 2024
Traffici clandestini

Com'è facile comprare una pistola: il mercato nero delle armi dei defunti

L'inchiesta di AgrigentoNotizie nel triangolo Villaseta, Favara e Palma di Montechiaro. In vendita anche fucili e munizioni. Sequestri, denunce e arresti di carabinieri e polizia. La preoccupazione dei magistrati: "Numeri impressionanti"

"La pistola? Me l'ha venduta un tizio alla rotonda Giunone, mentre lui era incolonnato nel traffico". "Quell'arma l'ho comprata circa 20 anni fa da uno sconosciuto". Ma anche, e sono le dichiarazioni che fra gli indagati vanno per la maggiore: "La 7,65 l'ho trovata per caso in campagna". Quasi come se i poderi agrigentini fossero coltivati a piantagioni di pistole e fucili. Le inchieste e le perizie balistiche dimostrano invece, nonostante le matricole limate, che le pistole ritrovate o consegnate sono frutto di ricettazione. Qualcuna è stata rubata al Nord. Qualcun'altra ben 44 anni prima del delitto in provincia di Catania. Altre arrivano dal Belgio direttamente a Favara.

Era il 20 giugno del 2018 quando, per la prima volta, prendendo atto che "a Palma di Montechiaro, a Favara e a Licata si spara per questioni banali", l'allora procuratore Luigi Patronaggio ha ammesso: "Il numero delle armi che circolano è impressionante". Quattro anni dopo gli ha fatto eco il procuratore aggiunto Salvatore Vella: "Incredibile disponibilità e facilità nel reperimento e utilizzo di armi clandestine". Parlando del fermo del bidello che ha ucciso il cardiologo Gaetano Alaimo di Favara, perché non gli aveva fatto un certificato per il rinnovo della patente, Vella è stato chiaro: "L'Agrigentino è una provincia anomala rispetto al distretto di Corte d'appello di Palermo e anomala rispetto al resto del contesto italiano". A fine febbraio, dopo l'omicidio per errore di un uomo di 38 anni di Palma di Montechiaro, il procuratore Giovanni Di Leo ha lanciato un appello: "La cultura della vendetta va fermata", constatando ancora una volta che "in provincia di Agrigento gira una quantità di armi anomala".

Da dove arrivano le armi clandestine in provincia

Chi pensa che nell'Agrigentino pistole e fucili arrivino grazie agli illegali mercati del dark web si sbaglia di grosso. Secondo quanto AgrigentoNotizie apprende da ambienti investigativi, c'è un traffico regionale che è frutto delle tante armi rubate o ereditate e mai denunciate in questura o alle stazioni dei carabinieri. La nonnina, con noncuranza, le ha lasciate per ricordo del caro estinto in mansarda, magari neanche dentro a un armadio blindato. Alla sua morte, o anche prima, il nipote, o chi per lui, cercando di ricavarci qualche centinaio di euro le ha messe nelle mani "giuste". Non sono per forza gli artigli della criminalità organizzata. Ci sono anche i gruppi di ventiseienni (età media), delinquenti emergenti, che fanno affari con il placet delle famiglie mafiose.

Il giro regionale collega l'Agrigentino più con il Catanese che con il Palermitano. Dipende però dagli agganci. Lo smercio è reciproco: armi rubate in questa provincia finiscono nelle due aree dell'isola e viceversa. Ricettate o ereditate, ai proprietari non resta altro da fare che ripulirle, cancellando anche con la semplice carta vetrata la matricola, e piazzarle.

Il kalashnikov AK47 ritrovato nelle campagne fra Favara e Castrofilippo-2

E poi c'è l'illecito traffico internazionale che collega l'Agrigentino, Favara in particolar modo, alla Germania e al Belgio. Ad attingere, su questo fronte, è la criminalità organizzata. Nel 2018, ne aveva iniziato a parlare il mancato pentito favarese Mario Rizzo. I suoi racconti, che hanno alimentato i sequestri della squadra mobile, erano stati, almeno inizialmente, ritenuti attendibili sia dalla Procura che dal gip del tribunale di Agrigento. Rizzo ha riferito "che per mantenersi acquistava e rivendeva armi, in nero, da stranieri provenienti dall'Europa balcanica. Armi in pessime condizioni che lui risistemava fino a dotarle di una nuova vita e rendeva perfettamente funzionanti", scriveva il gip nell'ordinanza di custodia cautelare. Armi che, portate da insospettabili incensurati o autisti compiacenti, riuscivano (e verosimilmente riescono ancora) ad arrivare fino a Favara con pullman di linea o auto private. Nel giugno del 2020, la squadra mobile ha scoperto, nonostante fosse occultato sottoterra nelle campagne fra Favara e Castrofilippo, un kalashnikov AK47. Pistole, mitragliette, carabine, bombe a mano, penne esplodenti vennero ritrovate invece dai carabinieri, sempre sepolte sottoterra, nel giugno del 2017 a Favara. E nel ripostiglio di casa l'insospettabile infermiere, che venne allora arrestato, aveva invece un kalashnikov.

Scoperto maxi arsenale a Favara, Patronaggio: "Tolte dalla strada armi micidiali e pronte all'uso"

Sempre da fonti investigative, AgrigentoNotizie è venuta a conoscenza anche dell'esistenza di un giro di armi che, con camion e container, arriverebbe dall'Albania. 

Il caso scoppiato a Favara: le eredità "fantasma"

L'inversione di tendenza, sul fronte dei controlli mirati, ha una data precisa: primo febbraio 2020. I carabinieri della tenenza di Favara, sotto la direzione dell'allora comandante della compagnia dell'Arma di Agrigento, il maggiore Marco La Rovere, iniziano a denunciare coloro che hanno ereditato armi e non hanno chiesto l'autorizzazione alla detenzione. Saranno 23 in 4 anni: sette nel 2020, quattro nel 2021, sette nel 2022 e cinque lo scorso anno. Numeri che non sono minimamente paragonabili con quelli degli altri paesi della provincia.

Pistole, carabine, fucile a pompa e munizioni in casa: denunciata pensionata

Cosa prevede la legge
  • La detenzione, in seguito al decesso di un congiunto, di armi o di munizioni deve essere denunciata, entro 72 ore, alla questura o al commissariato di zona, oppure alla stazione dei carabinieri competente per territorio. L'obbligo è perentorio perché l'autorità di pubblica sicurezza deve avere traccia di tutte le armi presenti in Italia. Se non si adempie, si corre il rischio di essere indagati per l'ipotesi di reato di detenzione abusiva di armi. Il reato si configura anche per chi ha un porto d'arma, ma non ha fatto la denuncia. La pena prevista è l'arresto da 3 a 12 mesi o l'ammenda fino a 371 euro (art. 697 codice penale). Il crimine è punito anche a titolo di colpa, cioè in assenza di malafede: non ci si potrà scusare dicendo di non sapere che era necessario denunciare.
  • Chi eredita un'arma, e la vuole tenere, deve ottenere il nulla osta dalla questura che ha una durata di 30 giorni e consente di spostarla dalla casa del defunto alla propria.
  • Qualora l'erede invece non voglia tenere le armi, può optare per due soluzioni: venderle o cederle a terzi oppure consegnarle alla polizia o ai carabinieri per la rottamazione. In tutti i casi va comunque fatta la denuncia entro 72 ore.   

Cercando di stroncare il giro regionale di pistole e fucili, i carabinieri di Agrigento e Licata, a partire dal 2021, hanno scovato e sequestrato decine di arsenali più o meno grandi. E se a Favara era risaputo che girassero armi clandestine, la scoperta fu allora Raffadali dove, fra la casa e il magazzino di un muratore, vennero ritrovati e sequestrati pistole e fucili, uno dei quali a canne mozze. Un'ogiva da guerra e alcuni piombini fecero finire nei guai, sempre a Raffadali, un altro infermiere; una pistola Beretta con matricola limata e diversi caricatori un bracciante agricolo; mentre un pensionato di 83 anni venne ritrovato in possesso di rivoltelle, pistole e fucili doppietta che non poteva affatto detenere. 

Armi e munizioni sequestrate a Raffadali saranno inviate al Ris

Arresti e denunce dei carabinieri negli ultimi 5 anni
  • 2019. Otto arresti: Cammarata: 1, Villafranca Sicula: 1, Agrigento: 1, Camastra: 1, Ribera: 2, Favara: 1, Licata: 1. Otto denunce: Ravanusa: 1, Campobello di Licata: 1, Santa Elisabetta: 1, Siculiana: 1, Cammarata: 1, San Giovanni Gemini: 1, Cattolica Eraclea: 1, Casteltermini: 1.
  • 2020. Quattordici arresti: San Giovanni Gemini: 1, Palma di Montechiaro: 2, Sciacca: 1, Naro: 2, Camastra: 1, Siculiana: 1, Agrigento: 2, Favara: 3, Lampedusa: 1. Dodici denunce: Racalmuto: 2, Santa Margherita di Belìce: 1, Santa Elisabetta: 1, Agrigento: 1, Favara: 7.
  • 2021. Dodici arresti: Agrigento: 1, Licata: 2, Butera (Cl): 1, Naro: 1, Raffadali: 2, Ribera: 2, Grotte: 2, Canicattì: 1. Tredici denunce: Agrigento: 2, Licata: 1, Raffadali: 2, Santa Margherita di Belìce: 1, Santa Elisabetta: 1, Bivona: 1, Favara: 4, Lampedusa: 1.
  • 2022. Tredici arresti: Licata: 2, Raffadali: 1, Porto Empedocle: 1, Burgio: 1, Favara: 5, Lampedusa: 1, Castrofilippo: 1, Comitini: 1. Tredici denunce: San Giovanni Gemini: 1, Canicattì: 1, Menfi: 1, Ravanusa: 1, Sciacca: 1, Agrigento: 1, Favara: 7.
  • 2023. Sei arresti: Licata: 1, Ribera: 1, Favara: 3, Campobello di Licata : 1. Undici denunce: Licata: 1, Raffadali: 1, Agrigento: 1, Calamonaci: 1, Favara: 5, Lampedusa: 1, Grotte: 1.

Nella criminalità acquisti facili solo se accreditati

Pistole e fucili non si trovano, per caso, in mezzo all'erba alta in campagna. Né tanto meno vengono offerti nei mercatini di strada. Per entrarne in possesso, bisogna cercarli. AgrigentoNotizie ha indagato fra Villaseta, Favara e Palma di Montechiaro. Il dato incontrovertibile è uno: non è facile se non si è ammanigliati con la delinquenza spicciola o accreditati con la criminalità organizzata. Non è come il dark web dove, con qualche clic, pagando senza lasciare tracce, in poco meno di 30 minuti si compra una pistola. Nell'Agrigentino è necessario il contatto giusto per essere indirizzati e presentati ai gruppi criminali che gravitano nel sottobosco delle compravendite illegali di "ferri". E tutto avviene di presenza. Niente telefonini, l'incontro e il pagamento rigorosamente in contanti vanno fatti di persona. Per rimediare una pistola con matricola abrasa, ma perfettamente funzionante, tanto a Villaseta quanto a Favara e a Palma di Montechiaro, servono da 800 a mille euro. Si scende di prezzo, arrivando anche a 600 euro se l'arma, sempre senza numero di matricola, è vecchia. Secondo fonti investigative, i fucili non girano con facilità. Sono le pistole, perché piccole e facili da nascondere, ad avere la meglio. 

Una delle pistole che circolano con facilità

Arresti, denunce e sequestri della polizia - triennio 2020/2022
  • 2020. Quattro arresti/denunce: 2 per detenzione illegale di armi e 2 per porto abusivo di armi in luogo pubblico.
  • 2021. Undici arresti/denunce: 2 per detenzione di armi clandestine, 7 per detenzione illegale e 2 per porto abusivo di armi in luogo pubblico.
  • 2022. Dieci arresti/denunce: 2 per detenzione di armi clandestine, 6 per detenzione illegale e 2 per porto abusivo in luogo pubblico.

Sequestri e confische

  • 2021. Quattro: 2 penale e 2 ritiro cautelare
  • 2022. Nove: 4 penale e 5 ritiro cautelare

Una persona completamente sconosciuta, per quanto possa dimostrare di avere denaro in tasca e di essere pronta a spenderlo, non viene neanche presa in considerazione. Anche la manovalanza fiuta a distanza, e ne ha il terrore, il rischio di essere arrestati. Basta però, per i forestieri, trovare, magari "inumidendo gli ingranaggi" (pagando), il gancio che fa da intermediario . E l'affare si farà. Se si è invece del posto e si è stati già "pesati" (ossia valutati e ritenuti non rischiosi), l'arma passerà da una mano all'altra con estrema facilità. Non serve dire se e per cosa servirà, anche in questo caso vale il detto siculo: "Menu si parla, meghiu è!". Basta solo pagare. La consegna, contrariamente all'incontro per la contrattazione, avviene in un luogo appartato, lontano da occhi indiscreti, e meglio ancora se al calar del sole. 

In un contesto di difficoltà economiche e sociali, la disponibilità di armi in mano a soggetti 'normali', non alla criminalità organizzata, può portare solo a tentativi di farsi giustizia da soli e dunque a tragedie

Salvatore Vella, procuratore aggiunto Agrigento

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