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Tribunale

"Hanno coperto la latitanza del boss Messina Denaro", marito e moglie finiscono a processo

Lorena Ninfa Lanceri ed Emanuele Bonafede, dopo la richiesta di giudizio immediato della Procura, hanno scelto il rito abbreviato. Furono arrestati a marzo. Per l'accusa si sarebbero occupati del mafioso nell'ultima fase della sua latitanza, quando sarebbe andato regolarmente a pranzo e cena a casa loro. Lei gli scriveva: "Sei il regalo più bello della mia vita"

"Sei il regalo più bello della mia vita", così scriveva Lorena Ninfa Lanceri, la "Diletta", al boss Matteo Messina Denaro di cui, assieme al marito, Emanuele Bonafede, avrebbe curato l'ultima fase della latitanza a Campobello di Mazara. Ma la donna, come avevano ricostruito i carabinieri, sarebbe stata una "presenza costante nella vita" del mafioso, morto il 25 settembre scorso, da almeno 7 anni. La coppia, dopo la richiesta di giudizio immediato formulata dalla Procura, è adesso a processo ed ha scelto il rito abbreviato.

I due erano stati arrestati il 20 marzo, poco più di due mesi dopo la cattura, dopo una latitanza trentennale, di Messina Denaro. E fino a pochi giorni prima del suo arresto il boss era stato ripreso dalle telecamere proprio mentre entrava e usciva dalla loro abitazione, dove avrebbe pranzato e cenato regolarmente. Il procuratore aggiunto Paolo Guido ed i sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova avevano però ricostruito un legame risalente nel tempo tra la coppia e il capomafia di Castelvetrano.

La "Diletta" del boss che ha coperto la sua latitanza

Messina Denaro, infatti, avrebbe regalato un Rolex Oyster Perpetual da 6.300 euro al figlio di Lanceri e Bonafede in occasione della sua cresima, avvenuta nel 2017. Una spesa annotata dal mafioso nella sua meticolosa contabilità con la voce: "6.300 OROL.". Da alcuni pizzini ritrovati in casa della sorella di Messina Denaro, Rosalia alias "Fragolone", veniva poi fuori tutta la dedizione soprattutto di Lanceri nei confronti del boss, cosa che avrebbe generato anche la gelosia di un'altra donna fedelissima del capomafia, la maestra Laura Bonafede.

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"Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti - scriveva infatti Lanceri alias 'Diletta' ad aprile del 2019 - come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in gran stile. Quel regalo sei tu. Penso che qualsiasi donna nell'averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza".

La coppia si era presentata dai carabinieri pochi giorni dopo la cattura del mafioso più ricercato d'Europa, sostenendo tuttavia di non conoscere la sua vera identità e di aver avuto a che fare in realtà con un tale "Francesco Salsi", anestesista in pensione. Una versione smentita dalle immagini captate dai carabinieri del Ros e dalla stessa corrispondenza ritrovata nel covo del boss.

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