rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
L'operazione antimafia

"Il controllo degli appalti pubblici e il rafforzamento della cosca": 6 arresti, ecco chi sono i destinatari delle misure

L'inchiesta è stata avviata dopo l’omicidio di Vincenzo Corvo avvenuto a Lucca Sicula nell'aprile 2020 e per il quale non sono stati ancora individuati gli esecutori materiali. Il gip ha disposto anche un obbligo di dimora

Le misure cautelari sono state eseguite a Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Mazzanino (Caltanissetta) e Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria). Quattro dei sette indagati sono in corso di trasferimento in carcere, due sono stati collocati ai domiciliari e per uno il gip di Palermo ha disposto l'obbligo di dimora. Tutti - secondo quanto ricostruito ufficialmente dai carabinieri - sono "gravemente indiziati, a vario titolo, di far parte di Cosa Nostra, in particolare del mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera. 

Operazione antimafia: colpiti i vertici delle famiglie di Cosa Nostra della Quisquina, 7 misure cautelari

"Indiziati di far parte di Cosa Nostra", scatta l'operazione antimafia: arrestati trasferiti a Porto Empedocle

L’attività investigativa, coordinata dalla Dda di Palermo e condotta dal nucleo Investigativo dei carabinieri di Agrigento, con l’ausilio di attività tecniche, riguarda il periodo tra aprile 2021 e luglio 2023. L'inchiesta è stata avviata dopo l’omicidio di Vincenzo Corvo avvenuto nell'aprile 2020 e per il quale non sono stati ancora individuati gli esecutori materiali. È stata però documentata - scrivono i carabinieri - "la piena operatività dell’associazione con numerose riunioni per acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e il controllo di appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti, intervenendo sulle amministrazioni locali".  

Un colpo di fucile alla gola: ucciso un agricoltore 52enne di Lucca Sicula

"Nel corso delle riunioni, Salvatore Imbornone, 64 anni, di Lucca Sicula, ritenuto il reggente del mandamento mafioso di  Lucca Sicula e Ribera, impartiva - viene ufficialmente ricostruito dai carabinieri - agli altri indagati direttive per realizzare l’acquisizione della gestione o comunque il controllo delle attività economiche imprenditoriali e degli appalti pubblici; il rafforzamento del prestigio e delle capacità criminali della cosca attraverso il consolidamento dei rapporti con esponenti di altre provincie mafiose, in particolare con quelli di Palermo che dovevano intervenire per la risoluzione di una controversia che interessava Giovanni Derelitto, 74 anni, di Burgio ritenuto essere a capo della locale famiglia mafiosa". Le direttive impartite avrebbero riguardato anche "l’infiltrazione nelle istituzioni attraverso contatti con compiacenti esponenti delle amministrazioni locali" - prosegue la ricostruzione dei carabinieri del comando provinciale di Agrigento - . 

Colpo alle famiglie mafiose della Quisquina: il blitz dei carabinieri

Il controllo degli appalti pubblici

"È stata documentata l’ingerenza della consorteria mafiosa in merito al completamento della rete fognaria di Ribera affidata ad una ditta di Favara con il coinvolgimento di Francesco Caramazza, 51 anni, di Favara, ritenuto essere un esponente della locale famiglia mafiosa - scrivono i carabinieri - . Sono state, inoltre, documentate ingerenze anche in merito ai lavori di manutenzione della strada provinciale 32, in merito ai lavori urgenti sulla strada di collegamento bivio Imperatore – Ponte Pedano e nei lavori lungo il tratto stradale della provinciale 47,tra i territori di Villafranca Sicula, Ribera, Lucca Sicula e Burgio".

Le misure cautelari e i destinatari 

"Oltre a Salvatore Imbornone (misura cautelare in carcere), Giovanni Derelitto (misura cautelare degli arresti domiciliari) e Francesco Caramazza (misura cautelare in carcere), le misure cautelari sono state eseguite anche nei confronti - prosegue la nota stampa diramata dai carabinieri - di Antonio Perricone, 53 anni, di Villafranca Sicula (misura cautelare in carcere), Alberto Provenzano, 59 anni, di Burgio (misura cautelare in carcere), Giuseppe Maurello, 54 anni, di Lucca Sicula, per il quale il gip ha riqualificato i fatti che lo vedono indagato in concorso esterno in associazione mafiosa (misura cautelare degli arresti domiciliari) e Gabriele Mirabella, 38 anni, consigliere comunale in carica a Lucca Sicula che nel 2018 si candidò a sindaco. A quest’ultimo, indagato solo per favoreggiamento, è stata notificata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza. 

Le misure sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento, con il supporto dei comandi provinciali di Caltanissetta e Reggio Calabria, dello squadrone eliportato Cacciatori Sicilia, del nucleo carabinieri cinofili di Nicolosi, del nono nucleo elicotteri di Palermo e delle squadre operative di supporto del 12esimo reggimento carabinieri Sicilia. 

AgrigentoNotizie è anche su Whatsapp. Seguici sul nostro canale.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Il controllo degli appalti pubblici e il rafforzamento della cosca": 6 arresti, ecco chi sono i destinatari delle misure

AgrigentoNotizie è in caricamento