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Lunedì, 29 Aprile 2024
Mafia Favara

No dal riesame alla scarcerazione, il vivandiere del boss resta in carcere

Il tribunale conferma il provvedimento del gip, Bellavia finirà presto a processo insieme allo zio

Il tribunale del riesame conferma la decisione del gip Alessandra Vella che aveva rigettato la richiesta di un'attenuazione della misura cautelare per il ventisettenne favarese, Calogero Bellavia, finito in carcere il 13 giugno, insieme allo zio Antonio, 44 anni, con l'accusa di detenzione e porto illegale di arma clandestina.

Il suo difensore, l'avvocato Salvatore Pennica, lunedì, aveva illustrato in udienza, al tribunale del riesame, la richiesta di scarcerazione del giovane sostenendo che, essendo stato emesso il decreto che dispone il giudizio, le esigenze cautelari si fossero affievolite. I giudici hanno sciolto la riserva rigettando l'appello della difesa.  

Lo scorso 25 settembre, peraltro, sono stati eseguiti degli accertamenti tecnici sulle armi al laboratorio del Ris di Messina. I reagenti chimici hanno consentito di ricostruire quasi interamente il numero di matricola di una “Smith e Wesson” che era stato abraso. La Taurus, invece, secondo quanto era stato accertato in precedenza era stata rubata nel 2010 a Carmelo Nicotra, il trentaquattrenne ferito in un agguato il 23 maggio e per il quale gli stessi Bellavia risultano indagati. 

Tentato omicidio Nicotra, svolta nell'inchiesta: sei indagati 

Calogero Bellavia è il vivandiere del boss Gerlandino Messina, il giovane che i carabinieri - su indicazione dei servizi segreti - hanno seguito mentre portava i pasti al capo provinciale di Cosa Nostra nel suo covo di Favara. Pedinandolo, il 23 ottobre del 2010, sono arrivati, a catturare il boss. Calogero e Antonio Bellavia sono figlio e fratello di Carmelo Bellavia, l'uomo ucciso il 26 gennaio del 2015 con sei colpi di pistola al torace ed al fianco in un agguato di evidente stampo mafioso.

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