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Domenica, 28 Aprile 2024
La sentenza

"Nascose alla Dia che figlia e genero erano stati arrestati", Tar conferma sanzione per carabiniere

Secondo i giudici amministrativi l'uomo, in servizio presso la Direzione investigativa di Agrigento "aveva comunque l’onere di informarsi circa la reale sussistenza di tali eventi e, soprattutto, di informarne prontamente i superiori gerarchici"

In servizio alla Direzione investigativa antimafia non comunica all'amministrazione il fatto che la figlia e il genero sono rimasti coinvolti in vicende di polizia, carabiniere riceve una sanzione disciplinare e chiede risarcimento danni: il Tar respinge la richiesta.

I fatti risalgono ad alcuni anni fa: il militare si era visto notificare un provvedimento di "rimprovero" e ha, appunto, rivolgendosi alla giustizia amministrativa perché valutasse l'annullamento dell'azione della Dia e valutasse un risarcimento danni per la lesione dei suoi diritti e della sua immagine.

In particolare l'uomo sosteneva non fosse fondato quanto contestatogli, cioè di "non aver dato sollecita comunicazione al proprio ufficio degli eventi in cui è rimasto coinvolto (attraverso i propri parenti ndr) e che possono avere riflessi sul servizio, evidenziando, così, minore senso di responsabilità”. Così ha prima fornito una memoria difensiva e poi un predisposto un ricorso gerarchico, che tuttavia non hanno portato i risultati da lui auspicati. 

Di identico risultato il ricorso al Tar, con i giudici amministrativi che hanno confermato su tutta la linea il provvedimento impugnato rispetto ad un silenzio, da parte del militare, perdurato per ben 2 anni rispetto alle condotte dei propri familiari.

"I motivi di ricorso. - dice la sentenza - sono privi di pregio. L'amministrazione pubblica, nell’ambito del procedimento disciplinare, aveva già ritenuto che l’appuntato fosse a conoscenza degli eventi addebitati ai suoi congiunti, i medesimi essendo capaci di influenzare il suo servizio nella Dia dal punto di vista della sua affidabilità personale complessiva. Peraltro, nella valutazione della affidabilità dei propri preposti la sezione operativa gode di un’ampia discrezionalità amministrativa nella selezione dei fatti passibili di configurare illecito disciplinare".

Secondo i giudici, inoltre, il ricorrente "aveva comunque l’onere di informarsi circa la reale sussistenza di tali eventi e, soprattutto, di informarne prontamente i superiori gerarchici". 

"Nel caso di specie - continua la sentenza -, il fatto che il marito della figlia del ricorrente fosse stato segnalato quale persona pericolosa ai fini della normativa antimafia è un dato dirimente, specie se si considera che il ricorrente ha lavorato nella Direzione Investigativa Antimafia della medesima circoscrizione sino alla sua riassegnazione". 

Il pagamento delle spese legali è stato compensato tra le parti.

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