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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le onorificenze / Porto Empedocle

Festa della Marina militare, ricordata l’impresa di Premuda: ecco a chi sono andate le medaglie al merito

Nel piazzale Marinai d’Italia la solenne cerimonia con il picchetto armato e la deposizione della corona ai piedi del monumento dei Caduti in mare benedetta dal cardinale Alessandro Damiano

Porto Empedocle ha ospitato oggi la festa della Marina militare su iniziativa della Capitaneria di Porto e della Guardia costiera locali unitamente all’associazione nazionale “Marinai d’Italia - Carmelo Sanfilippo”. La manifestazione si è svolta davanti al monumento ai Caduti del mare nel piazzale Marinai d’Italia.

La cerimonia è iniziata con il raggruppamento dei partecipanti seguito da un picchetto armato che ha reso gli onori militari alle massime autorità civili e militari della provincia. A fare gli onori di casa il comandante della Capitaneria di Porto, il capitano di Fregata Antonio Ventriglia.  

Poi la cerimonia dell’alzabandiera e la deposizione della corona ai piedi del monumento ai Caduti del mare benedetta dal cardinale Alessandro Damiano. Ai militari e agli intervenuti è giunto il messaggio di saluto del presidente della Repubblica, del ministro della Difesa e del capo di Stato Maggiore della Marina. Dopo la lettura della suggestiva “Preghiera del marinaio” si è proceduto alla consegna dell’onorificenze: medaglia d’oro al merito di lungo comando al Primo Luogotenente (NP) Vincenzo Mulè; medaglia d’argento al merito di lungo comando al primo luogotenente (Np) Gaetano Marcello Impiduglia.

Festa della Marina militare a Porto Empedocle, omaggio ai Caduti in mare e consegna delle onorificenze

Il comandante Antonio Ventriglia ha ricordato l’impresa di Premuda del 10 giugno del 1918, quando il capitano di Corvetta Luigi Rizzo ed il guardiamarina Giuseppe Aonzo attaccarono una formazione di navi da battaglia della flotta austro-ungarica affondando la corazzata Santo Stefano.

“Quella di Premuda fu una delle più significative ed ardite azioni compiute sul mare nel corso della prima guerra mondiale, che segnò in maniera irreversibile le sorti della guerra sul mare costringendo, da un lato, le forze austriache ad abbandonare ogni velleità di supremazia navale in Adriatico e convincendo, dall’altro, gli alleati a lasciar cadere la questione relativa all’istituzione dei comandi navali in Mediterraneo, affidandone il controllo all’Italia.

Oggi come in passato il personale è l’arma decisiva, indomabile, resiliente, formato dal mare ed ispirato dalla sua grandezza. Pur a distanza di 104 anni da quell’eroica impresa e pur essendo ovviamente cambiati modi e i mezzi attraverso i quali la Marina opera e si interfaccia con la collettività, i valori che animarono l’azione del comandante Rizzo e del guardiamarina Aonzo sono vivi più che mai. Sono valori che richiamano tutti noi marinai ad un consapevole senso della disciplina, del dovere e della gerarchia, della fratellanza in armi, essenziale per l’incondizionata fedeltà alle Istituzioni, senza la quale finirebbero per prevalere egoismi e sterili personalismi. 

Solo la capacità di fare squadra, unita ad una genuina unità di intenti, consente di operare per il bene supremo, se necessario fino all’estremo sacrificio, seguendo l’esempio dei tanti marinai che hanno dato la propria vita per la patria in ogni epoca e in ogni circostanza”.

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