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Lunedì, 29 Aprile 2024
Tribunale

Bancario licenziato per scarsi controlli antiriciclaggio, il giudice lo reintegra: "Costretto a lavorare in condizioni inadeguate"

L'istituto di credito, dopo una serie di procedimenti disciplinari, aveva risolto il contratto ma il tribunale gli dà torto: "Ordini di servizio che non brillano per chiarezza, organico risicato e non per colpa sua"

"Il dipendente è stato a lungo costretto a operare da solo, con la sola presenza di un cassiere, e tale circostanza giustifica la commissione di errori, non potendosi pretendere la massima diligenza in presenza di condizioni lavorative inadeguate".

Il tribunale di Agrigento "riabilita" un bancario licenziato e boccia le tesi dell'istituto di credito che gli aveva contestato una serie di omissioni e violazioni della normativa antiriciclaggio. 

La sentenza è stata emessa dal giudice Valentina Di Salvo della sezione lavoro del tribunale che ha accolto il ricorso dei legali del bancario, all'epoca vice direttore di una filiale della provincia, gli avvocati Angelo Sutera e Giuseppe Scozzari. 

La banca, condannata oltre che al reintegro anche al pagamento di dodici mensilità, gli contestava di non avere adempiuto a una serie di obblighi di legge e ordini di servizio relativi, perlopiù, a controlli e verifiche legate alla normativa antiriciclaggio. 

Obblighi a cui il bancario avrebbe dovuto adempiere in assenza del direttore quando, in sostanza, lo avrebbe sostituito. Il giudice ridimensiona ampiamente la portata delle contestazioni ritenendole insufficienti per una sanzione così grave come il licenziamento e bacchettando l'istituto "i cui ordini di servizio - scrive nella sentenza -  non brillano per chiarezza e trasparenza".

E poi ancora: "Tale fenomeno non è stato esclusivo della filiale ma dell’intero istituto di credito. Un teste, inoltre, ha confermato che, sull’intero istituto di credito, il fenomeno delle adeguate verifiche scadute era rappresentato da oltre 30.000 posizioni e non consta che per tale circostanza altro dipendente sia stato licenziato".

Il giudice aggiunge: "Non può non rilevarsi che il dipendente, durante l’assenza del direttore, ha assicurato l’attività della filiale con la sola presenza del cassiere, prima di fruire - al ritorno del collega - di un periodo di ferie; pertanto, sebbene ricadessero su di lui gli obblighi di controllo, era oltremodo difficile ottemperare a tale attività e il sottodimensionamento organico - di cui è responsabile l’ente bancario - non può finire per porre in capo ai dipendenti il rischio di un cattivo espletamento delle mansioni".
 

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