Maxi rissa in piazza, "incastrati" dalle telecamere: sei persone denunciate
L'attività investigativa dei carabinieri è riuscita ad identificare tutti gli esagitati, alcuni dei quali rimasti feriti sono finiti in ospedale
Non soltanto le testimonianze raccolte. Ma anche e soprattutto i filmati degli impianti di video sorveglianza posti a presidio di alcuni esercizi commerciali. Ad “incastrare” – per tutti è scattata una denuncia, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Agrigento – i sei esagitati che, in piazza Progresso, se le sono date di santa ragione sono stati proprio i filmati ricavati dalle telecamere di video sorveglianza e l’attività investigativa dei carabinieri della stazione di Raffadali. Tre gli extracomunitari: due tunisini e un marocchino ed altrettanti i raffadalesi che, adesso, dovranno rispondere dell’ipotesi di reato di rissa. Un tafferuglio fatto a mani “nude”, con calci e pugni.
Era la sera dello scorso 30 settembre quando, in piazza Progresso a Raffadali, scoppiava l’alterco ben presto tramutatosi in maxi rissa. Urla e rumori hanno, inevitabilmente, richiamato l’attenzione di qualcuno che, prima che l’episodio si trasformasse in tragedia, ha lanciato l’Sos alla centrale operativa dei militari dell’Arma. Una pattuglia della stazione di Raffadali è immediatamente accorsa. All’arrivo dei carabinieri non c’era però più nessuna traccia dei corrissanti. E’ scattata dunque l’attività investigativa. Sono state acquisite alcune testimonianze, ma soprattutto sono stati recuperati i filmati degli impianti di video sorveglianza posti a presidio di alcuni negozi della zona. Mentre alcuni carabinieri eseguivano verifiche e controlli al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”, altri avviavano l’analisi dei filmati. Analisi che ha consentito – stando alla ricostruzione ufficiale fatta ieri dal comando provinciale di Agrigento – di identificare i presunti esagitati.
Alcuni, fra l’altro, sono andati a finire veramente in ospedale: nessuno è rimasto gravemente ferito, ma escoriazioni, ferite e contusioni hanno fatto diagnosticare – ai medici del “San Giovanni di Dio” – pochi giorni di prognosi. Tutti da chiarire i motivi che, in piazza Progresso, hanno fatto divampare il tafferuglio. I carabinieri, ieri, parlavano ufficialmente di “futili motivi”. Nessuno ipotizza uno "scontro" di carattere razziale. Sembra, infatti, che fra i due gruppi – così come accade anche fra i conterranei – potrebbe esservi stata qualche incomprensione, magari anche qualche parola di troppo, magari qualche sfottò non gradito. Un motivo banale, dunque, che ha, all’improvviso, fatto scatenare il tafferuglio.