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L'inchiesta sulle torture ai disabili e i video in rete, due dei tre indagati restano in carcere

Solo il 23enne Gianluca Sortino è stato posto ai domiciliari dal tribunale del riesame: la difesa di Antonio Casaccio, 26 anni, rinuncia e attende l'incidente probatorio mentre il ricorso per Angelo Marco Sortino, 36 anni, è stato rigettato

La difesa del ventiseienne Antonio Casaccio rinuncia a chiedere il riesame dell'ordinanza cautelare. Resta, quindi, in carcere, per il momento, il giovane indagato nell'ambito dell'inchiesta sulle torture ai disabili che sarebbero state poi filmate e diffuse sui social. La strategia processuale del suo legale Santo Lucia è stata quella di attendere la celebrazione dell'incidente probatorio, sulla cui richiesta della Procura si dovrà pronunciare ancora il gip, per poi sollecitare un alleggerimento della misura cautelare.

Il tribunale della libertà, nei giorni scorsi, ha accolto in parte la richiesta dello stesso difensore, sostituendo il carcere con gli arresti domiciliari, con l'applicazione del braccialetto elettronico, al 23enne Gianluca Sortino mentre Angelo Marco Sortino, 36 anni, resta in carcere perchè i giudici del riesame, ai quali si è rivolto l'avvocato Giuseppe Glicerio, hanno confermato il provvedimento restrittivo del gip Alessandra Vella.

I tre fermi, disposti dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pm Gianluca Caputo e convalidati dal gip, sono scattati il 28 gennaio. I tre licatesi sono accusati di avere sequestrato, deriso, picchiato e torturato tre disabili. Fra le accuse anche quella di avere filmato con gli smartphone le sevizie che sono state poi diffuse sui social diventando virali. 

Il giudice non aveva convalidato il fermo ritenendo che non vi fosse il presupposto del pericolo di fuga ma ha disposto la custodia in carcere giudicando solido il quadro indiziario. A partire dal reato di tortura, che in Italia è stato introdotto solo di recente. 

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