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Sabato, 27 Aprile 2024
Giustizia

Sospesa per 6 mesi la pm Sinatra, il Csm: "Ritardi e negligenze per indagini su abusi a minori"

Per il magistrato del caso Creazzo, che si è occupata di indagini antimafia per l'Agrigentino, anche il trasferimento a Caltanissetta con funzioni di giudice civile. I casi che hanno portato alla condanna

"Negligenza inescusabile" e "grave e ingiustificato ritardo nel compimento di atti relativi alle sue funzioni" in inchieste su abusi e violenze sessuali, anche in danno di minori, fino ad arrivare in alcuni casi alla prescrizione dei reati. Per queste ragioni la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha condannato alla sospensione dalle funzioni per 6 mesi, con trasferimento al tribunale di Caltanissetta con funzioni di giudice civile, Alessia Sinatra, sostituto procuratore a Palermo. Sinatra, a partire dal 2015, si è anche occupata con la Dda di indagini antimafia su Agrigento e provincia. La procura generale della Cassazione aveva chiesto una sanzione meno grave, la perdita di anzianità di tre mesi. Contro la sentenza della Disciplinare, Sinatra potrà presentare ricorso alle Sezioni Unite civili della Cassazione.

La Sinatra era già finita sotto processo davanti al "tribunale delle toghe" per una vicenda legata alle molestie subite da parte dell'allora procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, che lei stessa aveva denunciato in uno scambio di messaggi del 2019 con Luca Palamara: era accusata di "comportamento gravemente scorretto" nei confronti di Creazzo per i riferimenti, nelle sue conversazioni con Palamara, alla necessità di impedirne la nomina alla guida della procura di Roma, per la quale era candidato. Per questo a febbraio scorso era stata condannata alla censura. 

I casi che hanno portato alla condanna

Tra i casi che hanno portato alla condanna di Sinatra - si legge su Ansa.it - c’è la vicenda di tre fratellini che avevano subito abusi sessuali nell’ambiente familiare e che sin dai primi interrogatori avevano indicato i presunti responsabili. Sinatra avrebbe però iscritto la notizia di reato 7 anni dopo nel registro ignoti e “dopo più di 16 anni di totale inerzia investigativa e oltre ogni ragionevole termine di durata delle indagini preliminari”, come si legge nell’atto dell’accusa, aveva chiesto l’archiviazione, perché intanto era intervenuta la prescrizione del reato.

Un’altra vicenda riguarda una ragazzina che a 14 anni aveva subito abusi sessuali da parte di suo zio. A denunciare le violenze era stato inizialmente il fidanzato della minorenne. Quando la pm, alla fine di indagini che anche in questo caso avevano superato la “ragionevole” durata, ha chiesto il rinvio a giudizio dello zio, era già intervenuta la prescrizione.

Ancora più drammatico il caso di ragazzino affidato sin dall’età di 13 anni dai genitori alle cure di un sacerdote: alla sua morte sono stati proprio loro a denunciare gli abusi e i maltrattamenti subiti dal figlio da parte del religioso che avrebbe approfittato dello stato di vulnerabilità dell’intero nucleo familiare. Dopo 8 anni dall’iscrizione della notizia di reato, anche in questo caso all’esito di indagini che si sono protratte “oltre ogni ragionevole termine di durata”, Sinatra ha chiesto l’archiviazione per difetto di querela. Contro la sentenza della Disciplinare, Sinatra potrà presentare ricorso alle Sezioni Unite civili della Cassazione.

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