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Domenica, 28 Aprile 2024
Tribunale / Canicattì

Occupano casa popolare ma lei era incinta e avevano un figlio disabile, assolti coniugi: "Non sapevamo dove andare"

La coppia era finita a processo per l'accusa di invasione di edifici pubblici: il giudice la scagiona "perché il fatto è di particolare tenuità"

Occupano una casa popolare abusivamente per dare un tetto alla loro famiglia composta anche da due figli, di cui uno con un ritardo mentale e un terzo in arrivo: il processo a loro carico si conclude con un'assoluzione.

La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Nicoletta Sciarratta che li ha scagionati perché l'accusa di invasione di edifici pubblici è stata ritenuta "di particolare tenuità".

La vicenda risale al 2020. I due imputati, che hanno nominato come difensore l'avvocato Luca Lalomia, si erano autodenunciati all'Istituto autonomo case popolari facendo presente che erano stati ospitati, in un appartamento popolare di Canicattì, da un amico che, a sua volta, l'aveva occupato senza alcun titolo dopo la morte della nonna. 

La polizia municipale, quindi, aveva fatto scattare i controlli e la denuncia per occupazione arbitraria di edifici pubblici per la giovane coppia la cui donna, in quel momento, era in stato di gravidanza.

"Mia moglie è incinta - aveva detto l'imputato, adesso trentenne, quando si era autodenunciato - e non sappiamo dove andare con i nostri due figli".

Il pubblico ministero Giada Rizzo, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna a un anno.

Il giudice, tuttavia, considerate le difficoltà della giovane coppia e alcuni precedenti simili giudicati dalla Cassazione, ha ritenuto integrato il reato ma li ha assolti "per particolare tenuità". 

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