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Lunedì, 29 Aprile 2024
Università

Mediazione linguistica verso la chiusura: non regge alla "concorrenza" di Palermo

Il corso, nato solo pochi anni fa e "benedetto" dalle istituzioni anche religiose del territorio, potrebbe cessare per carenza di iscritti

Era l'ottobre del 2018 quando l'allora Cupa inaugurò in pompa magna il corso di laurea in mediazione culturale e linguistica, promosso insieme all'associazione "Agorà Mundi". Alla presentazione del corso, anche il cardinale Francesco Montenegro: "Tifo - disse - perché questa realtà resti viva. I giovani devono poter restare in questa città. Agrigento ha bisogno di voi". 

Una novità che suscitò no poco interesse nei giovani studenti agrigentini, soprattutto rispetto agli annunciati sbocchi professionali collegati a questo figura guardando prioritariamente alla frontiera di Lampedusa. Una grande novità soprattutto perchè offriva l'insegnamento della lingua araba.

Da quel giorno sono passati poco meno di cinque anni e adesso, pare, che quell'esperienza sia destinata a naufragare. E le responsabilità - dicono lontani dai microfoni da via Quartararo - sarebbero da attribuire a recenti scelte fatte dall'università di Palermo.

A motivare la chiusura, che apparirebbe inevitabile già dal prossimo anno accademico, sarebbe la carenza di iscritti.

A confermarcelo è il "padre" del corso, il professor Marcello Saija, direttore di Agorà Mundi. "A fronte di 30 posti per ognuno dei tre anni del percorso di studi - dice - oggi possiamo contare su poche decine di iscritti. E' chiaro che, con questo ritmo, il corso non sarà più economicamente sostenibile e il prossimo anno accademico potrebbe non aprire".

Sui motivi Saija non si pronuncia apertamente, ma pare che ad aver arrecato una vera "mazzata" al corso di studi sia stata l'apertura da parte dell'Università di Palermo di un corso molto simile dedicato sempre alla mediazione linguistica.

La differenza tra i due è, anche, di natura economica: ad Agrigento costa circa 2mila euro all'anno di retta (che scende fino a 500 euro per chi vive in un nucleo familiare con un isee inferiore a 9mila euro), mentre il corso di Unipa prevede solo il pagamento delle normali tasse universitarie.

Perché sia avvenuta questa sostanziale sovrapposizione (che è appunto concreta, ma non formale) non è chiaro. Certo è che Agrigento, terra (anche) di immigrazione potrebbe a breve perdere - nel silenzio delle istituzioni - un corso dedicato al tema delle migrazioni. Del resto, in città non c'è un corso in archeologia.

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