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Lunedì, 29 Aprile 2024
Operazione Kerkent

"Ha preso parte a una sommossa in carcere e ha picchiato un detenuto": no alla liberazione anticipata per il figlio del boss Massimino

Il 35enne sta scontando una condanna a 10 anni di reclusione per traffico di droga, il magistrato di sorveglianza rigetta la richiesta della difesa di ridurre l'espiazione della pena per alcuni periodi

Ha partecipato a una sommossa in carcere, ha aggredito un altro detenuto e violato ordini negli spostamenti: le intemperanze commesse all'interno della struttura penitenziaria costano caro al 35enne Gerlando Massimino, condannato a 10 anni di reclusione, per l'accusa di traffico di droga, nell'ambito dell'inchiesta Kerkent che svelato il rinnovato ruolo di capomafia del padre Antonio a sua volta condannato a 20 anni.

Il magistrato di sorveglianza di Caltanissetta, Emanuela Romeo, al quale si era rivolto il legale Salvatore Pennica, ha rigettato in parte, relativamente ai periodi in cui avrebbe commesso le intemperanze, la richiesta di liberazione anticipata.

Massimino, in carcere dal marzo del 2019, giorno in cui è scattata l'operazione della Dia, durante il periodo di detenzione sarebbe stato protagonista di alcune intemperanze. Il magistrato era chiamato a valutare se concedergli lo sconto di 45 giorni per ogni 6 mesi di reclusione, applicabile sulla base di "una valutazione positiva sulla condotta e sulla personalità del condannato e sul percorso evolutivo".

La cosiddetta "buona condotta", per alcuni periodi, non è stata ritenuta sussistente e, di conseguenza, gli è stata negata la liberazione anticipata.

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