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Sabato, 27 Aprile 2024
Mafia Favara

Giuseppe Quaranta si è pentito, il favarese ha iniziato a collaborare con la Dda

Il cinquantenne era stato arrestato, nelle scorse settimane, nel corso dell'operazione antimafia denominata "Montagna"

La voce, come indiscrezione, circolava già da qualche giorno. Nessuno, però, confermava. Nè tanto meno smentiva. Adesso, è arrivata la certezza: Giuseppe Quaranta, 50 anni, di Favara - arrestato nell'operazione antimafia "Montagna" della Dda di Palermo e dei carabinieri del reparto operativo di Agrigento - si è pentito. 

L'intercettazione, Quaranta si era stancato 

Quaranta, ritenuto vicino alla famiglia Fragapane di Santa Elisabetta, ha iniziato a collaborare con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Ad ascoltarlo: i sostituti procuratori Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra. 

Chi è il nuovo collaboratore di giustizia

Giuseppe Quaranta - nell'ambito dell'inchiesta antimafia "Montagna" - è stato ritenuto essere il "referente della famiglia mafiosa di Santa Elisabetta, nel periodo immediatamente successivo all’arresto di Francesco Fragapane, e appartenente alla famiglia mafiosa di Favara".

La "punciuta" e l'affidamento del latitante Di Gati 

"In tale veste, coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati, ha mantenuto, direttamente o per interposta persona, - ha scritto il Gip del tribunale di Palermo, Filippo Serio, - attraverso il continuo scambio di comunicazioni con altri esponenti di vertice del sodalizio criminoso, un costante collegamento con gli altri capi dell’organizzazione mafiosa, effettuando numerosi incontri e riunioni con i componenti delle famiglie mafiose dello stesso mandamento che con quelli delle province di Palermo, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Reggio Calabria. Incontri finalizzati alla trattazione degli affari illeciti dell’organizzazione, gestendo la riscossione delle somme provenienti dalle varie attività di estorsione e delle altre attività illecite, occupandosi delle problematiche relative ai componenti del sodalizio, fra le quali il sostentamento dei detenuti e dei loro nuclei familiari". Quaranta avrebbe anche "promosso e organizzando personalmente atti intimidatori di carattere estorsivo ad imprese e ad esercizi commerciali, - scrive ancora il giudice per le indagini preliminari che ha firmato il suo ultimo arresto - adoperandosi anche per il controllo illecito delle attività economiche del territorio attraverso l’imposizione delle macchine da gioco agli esercizi pubblici, in tal modo svolgendo funzioni direttive per l’organizzazione e di programmazione di gravi delitti". 

Due arresti e la condanna per estorsione: il "declino" di Quaranta 

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