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Mafia Favara

"Presi con pistole illegali", il vivandiere del boss e lo zio vanno a processo

Deciso il giudizio immediato per i favaresi Calogero e Antonio Bellavia, 44 e 27 anni. Respinta la richiesta di scarcerazione

Antonio e Calogero Bellavia, zio e nipote di 44 e 27 anni, entrambi di Favara, finiti in carcere il 13 giugno con l'accusa di detenzione e porto illegale di arma clandestina e munizioni e di ricettazione, vanno a processo. 

"Scoperti con pistole detenute illegalmente", due arresti 

Il pm Andrea Maggioni, titolare dell'inchiesta, ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato saltando, quindi, l'udienza preliminare per i due indagati trovati in possesso di due pistole illegali. I difensori, gli avvocati Salvatore Pennica e Maria Alba Nicotra, dovranno adesso scegliere con quale rito (dibattimento, abbreviato o patteggiamento ma per quest'ultimo serve il consenso della Procura) definire la vicenda.

Il Ris scopre la matricola abrasa 

Lo scorso 25 settembre sono stati eseguiti degli accertamenti tecnici sulle armi al laboratorio del Ris di Messina. I reagenti chimici hanno consentito di ricostruire quasi interamente il numero di matricola di una “Smith e Wesson” che era stato abraso. La Taurus, invece, secondo quanto era stato accertato in precedenza era stata rubata nel 2010 a Carmelo Nicotra, il trentaquattrenne ferito in un agguato il 23 maggio e per il quale gli stessi Bellavia risultano indagati. 

Tentato omicidio Nicotra, svolta nell'inchiesta: sei indagati 

Calogero Bellavia è il vivandiere del boss Gerlandino Messina, il giovane che i carabinieri - su indicazione dei servizi segreti - hanno seguito mentre portava i pasti al capo provinciale di Cosa Nostra nel suo covo di Favara. Pedinandolo, il 23 ottobre del 2010, sono arrivati, a catturare il boss. Calogero e Antonio Bellavia sono figlio e fratello di Carmelo Bellavia, l'uomo ucciso il 26 gennaio del 2015 con sei colpi di pistola al torace ed al fianco in un agguato di evidente stampo mafioso.

Intanto il gip Alessandra Vella ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dall'avvocato Salvatore Pennica che sollecitava un'attenuazione della misura cautelare per Calogero Bellavia. 

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