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Cronaca Favara

Le pistole sequestrate ai Bellavia, i Ris "scoprono" la matricola abrasa

Gli esami sulle armi consentono di ripristinare, grazie a dei reagenti chimici, il numero identificativo

La matricola abrasa di una delle due pistole è stata ripristinata quasi completamente grazie agli esami di laboratorio del Reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri. Gli accertamenti sulle pistole sequestrate lo scorso 13 giugno nel corso di un controllo nei confronti di due favaresi - Antonio e Calogero Bellavia, zio e nipote di 44 e 27 anni - finiti in carcere con l'accusa di detenzione e porto illegale di arma clandestina e munizioni e di ricettazione, garantiscono un significativo passo avanti nell’inchiesta.

L’accertamento era stato disposto dal pubblico ministero Andrea Maggioni per mettere a fuoco meglio il contesto e l’eventuale collegamento con la scia di sangue, omicidi e tentati omicidi che ha coinvolto Favara nell’ultimo anno. 

La matricola abrasa di una delle due pistole è stata ripristinata quasi completamente grazie agli esami di laboratorio del Reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri. Gli accertamenti sulle pistole sequestrate lo scorso 13 giugno nel corso di un controllo nei confronti di due avaresi - Antonio e Calogero Bellavia, zio e nipote di 44 e 27 anni - finiti in carcere con l'accusa di detenzione e porto illegale di arma clandestina e munizioni e di ricettazione, garantiscono un significativo passo avanti nell’inchiesta. L’accertamento era stato disposto dal pubblico ministero Andrea Maggioni per mettere a fuoco meglio il contesto e l’eventuale collegamento con la scia di sangue, omicidi e tentati omicidi che ha coinvolto Favara nell’ultimo anno. 

Questa mattina, alla presenza del consulente Giuseppe Di Forti, nominato dai difensori degli indagati - gli avvocati Maria Alba Nicotra e Salvatore Pennica e di eventuali consulenti tecnici di parte - nel laboratorio del Ris di Messina sono state esaminate le armi a caccia di possibili indizi sull'uso che ne sarebbe stato fatto di recente ed è saltato fuori un particolare importante. I reagenti chimici, infatti, hanno consentito di ricostruire quasi interamente il numero di matricola della “Smith e Wesson” che era stato abraso. La Taurus, invece, secondo quanto era stato accertato in precedenza era stata rubata nel 2010 a Carmelo Nicotra, il trentaquattrenne ferito in un agguato il 23 maggio. Ed è proprio l’eventuale collegamento fra le armi e gli altri fatti di sangue avvenuti a Favara che gli inquirenti vogliono accertare.

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