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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervento

De Lucia: "Legislazione antimafia fondamentale, meglio non toccare nulla"

Il procuratore è intervenuto a un dibattito organizzato dal Pd alla Festa dell'Unità del capoluogo siciliano. Diversa l'opinione sul fronte degli appalti: "Se oggi il problema è salvare i fondi Pnrr per non perderli, è un problema anche quello è anche di evitare che questi diventino bottino della criminalità organizzata"

"Noi oggi abbiamo un sistema antimafia che in questi anni si è affinato, in particolare nella lotta e al contrasto a Cosa nostra. La mafia che fin qui conosciamo, quella violenta e criminale dei Corleonesi, dopo l'arresto di Messina Denaro, sicuramente non c'è più. Oggi Cosa nostra si nuove su tre linee di indirizzo. La prima è quella di ricostituire i propri vertici. Ed è legata alla situazione economica: non è ricca come lo era in passato. E il sistema migliore è investire sul traffico di stupefacenti. La presenza dei territori continua a essere pervasiva e a controllare pesantemente la condizione economica dei luoghi in cui agisce". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Palermo, Maurizio De Lucia, partecipando al dibattito "La mafia ha cambiato volto. E L'antimafia?" organizzato dal Partito democratico nell'ambito della Festa dell'Unita di Palermo.  

De Lucia ha partecipato all'incontro assieme, tra gli altri, a Peppe Provenzano e Enza Rando, componenti della commissione nazionale antimafia, ad Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale antimafia. "La legislazione che abbiamo avuto e che abbiamo tuttora - ha proseguito de Lucia - è fondamentale. Quando mi chiedono se e cosa si può cambiare semplicemente rispondo: per favore, non toccate niente. Se non si ha uno sguardo di insieme sul sistema di contrasto alla criminalità mafiosa, qualunque punto si tocca rischia di mettere in crisi lo stesso sistema".

Mentre per De Lucia "il Codice degli appalti è un problema, leva le soglie e consente una serie di meccanismi. In Sicilia sono 3.138 le stazioni appaltanti che a me risultano, tra cui alcuni comuni con una popolazione assai ridotta: questi sindaci sono i primi a diventare vittime pressione mafiosa". Secondo il procuratore "se oggi il problema è salvare i fondi Pnrr per non perderli, è un problema anche quello è anche di evitare che questi diventino bottino delle organizzazioni mafiose".

Soffermandosi sul momento attuale della criminalità organizzata, De Lucia sostiene che "il carisma dei vertici è molto diminuito, la cattura di Messina Denaro è un segno di vulnerabilità, ma rimane la tensione a ricostruire la commissione. La sua presenza ancora incide nei territori, non è la Cosa nostra degli anni '90, per merito di magistratura e forze di polizia, e almeno due generazioni di magistrati hanno sacrificato la loro vita, tra requirenti e giudicanti".

Fonte: Adnkronos

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