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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Raffadali

Cocaina tagliata con la Tachipirina, linguaggi criptici e dosi tenute in bocca: ecco tutti i retroscena dell'operazione antidroga

Gli indagati - dai 47 ai 23 anni - sono risultati essere anche destinatari del reddito di cittadinanza. Tre, fra cui una donna di Favara, sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre per altri due - uno dei quali irreperibile perché emigrato in Germania - è stato disposto l'obbligo di dimora nel Comune di residenza  

Ad incastrare i pusher sono state le telecamere. Grandi "occhi" piazzati su piazza Progresso e sulle vicine che hanno permesso di circostanziare numerosi episodi di spaccio di marijuana, hashish, ma soprattutto cocaina. "Coca" che veniva tagliata con la Tachipirina. La "roba" è risultata essere proveniente, per la maggior parte, da Palermo.

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L'attività investigativa dei carabinieri e tutti gli elementi probatori raccolti hanno portato - su richiesta del pm Sara Varazzi - all'emissione da parte del gip di tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari per due raffadalesi e una donna di Favara. Destinatario di un obbligo di dimora nel Comune di residenza un libico trentatreenne, residente ad Agrigento, che è stato rintracciato stamattina in territorio di Casal Berone, a Roma. Stesso provvedimento firmato per un altro soggetto che però risulta essere emigrato in Germania. Gli indagati - dai 47 ai 23 anni - sono risultati essere anche destinatari del reddito di cittadinanza.

Agli arresti domiciliari sono stati posti: Calogero Nocera, 25 anni di Raffadali; Azzurra Luparello, 23 anni, di Favara e Giovanni Valenti, 47 anni di Favara. L'obbligo di dimora nel Comune di residenza è stato invece imposto a libico 33enne Ashraf Sufian.   

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Gli indagati, nelle loro conversazioni, utilizzavano - forse come "tradizione" vuole - linguaggi criptici, ma anche molto coloriti. "Quando, con linguaggio criptico, dicevano 'Ci vediamo fra mezz'ora', 'Fra un'ora', la tempistica non era proprio questa. Gli appuntamenti erano in realtà dopo cinque minuti, eppure usavano queste frasi che verosimilmente servivano a sviare eventuali attività investigative, visto che tutti si sentono intercettati - ha spiegato, durante la conferenza stampa, il maggiore Marco La Rovere che comanda la compagnia dell'Arma di Agrigento - . Ma frasi di questo genere potevano anche rappresentare il quantitativo di sostanza richiesta. Spacciavano in mezzo alla strada, davanti a tutti. Ma le cessioni avvenivano anche in un locale il cui proprietario è stato denunciato per l'attività abusiva per gioco d'azzardo e scommesse perché aveva slot machine senza autorizzazione. Il titolare di questo locale s'è beccato una sanzione di circa 90 mila euro e la denuncia alla Procura".

Nel corso dell'attività investigativa, i carabinieri avevano già arrestato, in flagranza di reato, 4 persone e 8 erano stati denunciati in stato di libertà. "Lo scopo di questa attività è stato quello di dare risposte alla popolazione, preoccupata dal crescente spaccio. Fenomeno che riguarda un po' tutte le città, ma in paesi piccoli come Raffadali può creare - ha evidenziato il maggiore La Rovere - una certa destabilizzazione - . La stazione è quindi tempestivamente intervenuta". 

"L'indagine nasce proprio per la crescente preoccupazione dei cittadini di Raffadali. Lo spaccio avveniva in piazza Progresso, luogo di ritrovo di giovani, sia maggiorenni che minorenni - ha spiegato il maresciallo Armando Manzo, comandante della stazione di Raffadali - . Messici al lavoro, abbiamo accertato che spacciavano in piazza tre gruppi distinti: due trattavano hashish, mentre il terzo gruppo si occupava dello spaccio di cocaina. Venivano ceduti 28 grammi di sostanza in un giorno e mezzo, una grande richiesta dunque che è stata bloccata prima che crescesse in maniera esponenziale. Bloccando questo spaccio e sanificata la 'piazza', abbiamo ricevuto grande riscontro da parte della popolazione. Gli indagati non si facevano nessuna remora a cedere droga anche ai minori - ha evidenziato il comandante della stazione di Raffadali - e per questo motivo è stata contestata anche l'aggravante. Erano molti furbi, soprattutto il libico che stazionava tutto il giorno in piazza, riceveva l'ordinazione, si spostava nella parte vecchia del paese dove ci sono delle case diroccate dove nascondeva la droga. Prendeva la sostanza richiesta, la portava in bocca e nel caso fosse stato fermato da noi, la ingoiava. Quando si è visto accerchiato dai carabinieri - ha concluso il maresciallo Manzo - ha pensato di allontanarsi da Raffadali, tant'è che è stato rintracciato a Roma". 

iL’attività è stata eseguita, oltre che con le tecniche tradizionali di osservazione e pedinamento, anche con l’ausilio di attività di intercettazioni telefoniche/ambientali e appunto con il monitoraggio video delle location e dei soggetti di interesse investigativo. L’indagine, avviata nei primi mesi del 2019, ha consentito di documentare numerosi episodi di spaccio di droga avvenuti sulla pubblica piazza. Secondo i carabinieri, la pericolosità sociale degli indagati è desumibile anche dalla promiscuità della sostanza che erano in grado di procacciare. Nel corso dell’attività, uno degli interessati è stato arrestato con 150 grammi di hashish di ritorno da Palermo dove si era appena rifornito, mentre altri due sono stati fermati con 20 grammi di cocaina appena acquistati da un fornitore di Favara che è stato identificato ed è compreso tra i 5 soggetti destinatari della misura cautelare eseguita. 

  

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