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Domenica, 28 Aprile 2024
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Spese la vita in aiuto dei giovani in difficoltà, è morto padre Lillo Scaglia

Fece erigere, il 14 giugno del 1997, in piazza Bibbirria il monumento a don Bosco

Don Lillo Scaglia è tornato alla casa del Padre. Aveva 88 anni e ha speso la sua intera vita dentro e fuori della congregazione Salesiana, da vero ed autentico figlio di don Bosco, al servizio dei diseredati, dei bisognosi, delle persone sofferenti e, soprattutto al servizio dei giovani svantaggiati, che amò e di cui ebbe cura, sempre pronto ad intervenire con gesti di amorevole generosità.

Il percorso che lo porterà dritto alla Corte di don Bosco prende l’avvio il 28 ottobre 1946 quando si reca a Modica per un periodo  di prova della durata di un anno per studiare da vicino la vita salesiana con l’aiuto dei confratelli più anziani. Nel 1957 viene ordinato presbitero Salesiano. Rimane nella congregazione Salesiana fino al 1996, anno in cui si registra il suo passaggio al clero Diocesano.

A proposito della sua “chiamata“, era solito dire di se e della sua vocazione religiosa: “La mia vocazione, maturata nella casa Salesiana del 'Gioeni', è rimasta sempre tale ancora oggi, perché don Bosco mi ha cresciuto, mi ha seguito nel mondo della mia adolescenza, mi ha reso adulto nel giorno della mia maturità” - ricorda Calogero Patti, presidente dell'Unione ex allievi don Bosco di Agrigento - . 

In ricordo di don Lillo Scaglia

Sfruttando la sua laurea in Biologia aprì un laboratorio di analisi a ridosso della chiesa di San Giacomo di cui fu il parroco per un breve periodo. Per tanto tempo, e finché le condizioni di salute glielo consentirono, è stato cappellano presso la casa di riposo per anziani dell’Opera Pia Zirafa – Istituto Sacro Cuore di Gesù. Tutte le signore della casa erano “le sue fidanzate”, Per loro aveva sempre, oltre alla assistenza religiosa, una parola di conforto, un sorriso, una carezza, una leccornia da offrire.

Nella vita di don Lillo Scaglia, la storia del monumento a don Bosco di piazza Bibbirria rappresenta un capitolo a parte. Approssimandosi i quaranta anni della sua ordinazione sacerdotale, al fratello Alfredo, presidente dell’Unione ex allievi don Bosco, manifestò il desiderio di erigere in città un busto a don Bosco. “Qualche volta, ne impianto uno a mie spese!" - ripeteva spesso - . Avendo saputo che l'artista agrigentino, lo scultore ex allievo Nino Contino – che poi realizzerà l’opera – stava lavorando ad un bozzetto, chiese di poterlo incontrare. Da quel momento don Lillo fu una spina nel fianco del fratello Alfredo e dell’artista Contino.

Il sogno di don Lillo –anche lui come don Bosco era un sognatore – si avvera il 14 giugno 1997, in coincidenza dei 40 anni della sua ordinazione, con l’inaugurazione a piazza Bibbirria, poi ribattezzata “Belvedere don Bosco“ del monumento al santo dei giovani. Un’opera che  ha visto la luce grazie oltre al significativo gesto munifico di don Lillo, anche al contributo spontaneo e generoso delle centinaia e centinaia di ex allievi e non. 

Una delegazione  dell’Unione ex allievi don Bosco, con l’alfiere Gerlando Pinzello in testa, ha partecipato alle solenni esequie celebrate nella chiesa della Madonna della Provvidenza. 

                                                                                                                               

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