rotate-mobile
Cronaca Aragona

Dalla tragedia delle Maccalube al processo, ecco cosa è accaduto in questi tre anni

Il procedimento penale va avanti speditamente ed entro la primavera potrebbe concludersi. Resta chiusa, invece, la riserva naturale

Il 27 settembre del 2014, alla riserva naturale delle Maccalube di Aragona, morirono i fratellini Carmelo e Laura Mulone di 9 e 7 anni. I due bambini erano andati insieme al padre – un appuntato dei carabinieri molto conosciuto – per fare una passeggiata e vedere da vicino i suggestivi vulcanelli, esattamente come migliaia di turisti avevano fatto ogni anno fino a quel giorno. Il padre, alto circa un metro e novanta, riuscì a salvarsi perché il fango non lo coprì interamente.

La deposizione del papà dei piccoli 

I tentativi di salvare i due ragazzini, sommersi dal fango, furono inutili. La riserva da allora è sotto sequestro ed è rimasta chiusa. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dispose l’interdizione al pubblico e la magistratura, che avviò immediatamente un’inchiesta per accertare le cause della strage, dispose il sequestro. Da allora la riserva naturale, gestita da Legambiente, è solo il simbolo di una tragedia.

L’ex sindaco di Aragona, Salvatore Parello, aveva proposto pubblicamente un progetto per la riapertura ma la questione, che si incrocerebbe con le problematiche giudiziarie, non è mai stata affrontata in maniera approfondita ed è rimasta solo un’idea. 

Nel frattempo l’indagine ha portato al processo a carico dei presunti responsabili della tragedia. Sotto accusa sono finiti il direttore della riserva, Domenico Fontana, assessore comunale di Agrigento e componente della segreteria nazionale di Legambiente; il dipendente del sito Daniele Gucciardo, e Francesco Gendusa, dirigente dell’assessorato regionale al Territorio, esperto di siti naturalistici. I tre imputati, ciascuno per le proprie competenze, avrebbero dovuto garantire la sicurezza della riserva e invece, secondo l’accusa, non avrebbero saputo prevenire l’evento eruttivo provocando la tragedia che scosse l’intera nazione. Per il geologo Carlo Cassaniti, consulente della Procura – l’inchiesta è stata condotta dal pm Carlo Cinque – “la riserva in quelle condizioni non avrebbe dovuto neppure essere aperta”. E ha aggiunto: “Se ci fossero stati i percorsi di sicurezza la strage non ci sarebbe stata”.

Di diverso avviso la difesa che, anche attraverso i propri consulenti, ha sempre sostenuto che si è trattato di un evento imprevedibile. 
Il processo, intanto, va avanti speditamente ed entro la primavera potrebbe concludersi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dalla tragedia delle Maccalube al processo, ecco cosa è accaduto in questi tre anni

AgrigentoNotizie è in caricamento