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Cronaca

Operazione Waterloo, Vella: "La Hydortecne serviva per fare un gioco di specchi negli appalti"

Il procuratore aggiunto: "Si truccavano i conti. Abbiamo 18 fatture false, emesse dalla partecipata, per due milioni di euro perché, arrivati ad un certo punto, si dovevano equilibrare i conti e quindi sono state create una serie di carte che servivano”

“La Hydortecne serviva per fare un gioco di specchi. Cioè, la Girgenti Acque appaltava alla Hydortecne e quest’ultima appaltava, per la maggior parte, a società del gruppo Campione. Un ‘gioco’ che consentiva di tagliare fuori dalle informazioni i soci di Girgenti Acque, perché le decisioni non passavano né dal consiglio di amministrazione, né dal consiglio dei soci di Girgenti Acque. Decideva tutto Hydortecne che era esterna. E in questo modo, dal 2013 al 2017, circa 40 milioni di euro sono transitati dalla Girgenti Acque e Hydortecne a società del gruppo Campione”. Lo ha spiegato, entrando nel dettaglio durante la conferenza stampa svoltasi ieri, il procuratore aggiunto Salvatore Vella. “Questo continuo ‘giochi di specchi’ fra la Girgenti Acque e l’Hydortecne serviva anche da un punto di vista contabile, si truccavano i conti – ha dichiarato, durante la conferenza stampa, il procuratore aggiunto Vella che ha personalmente coordinato l’inchiesta - . Abbiamo, in questo ‘gioco di specchi’, 18 fatture false, emesse dalla Hydortecne, per due milioni di euro perché, arrivati ad un certo punto, si dovevano equilibrare i conti e quindi la Hydortecne crea una serie di carte che servivano”.

Vella: "In 4 anni circa 40 milioni di euro sono transitati dalla Girgenti Acque e Hydortecne a società del gruppo Campione"

“Per tutto questo – ha sottolineato il procuratore capo Luigi Patronaggio, sempre durante la conferenza stampa, - c’è la consulenza tecnica della Guardia di finanza”.

Alla base vi sarebbe stato un “gioco di squadra”. “Marco Campione aveva tutta una serie di soggetti che gli stavano attorno e che avevano delle competenze specifiche, anche molto importanti, oppure delle ‘teste di legno’ – hanno detto Patronaggio e Vella - . Tutte queste persone non venivano pagate, per la maggior parte, direttamente da Marco Campione o dalle ditte di Marco Campione, ma dalle bollette delle utenze dei cittadini della provincia di Agrigento”. 

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