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"Lettere minatorie ad appuntato dei carabinieri", condannato maresciallo

Confermata pena a tre mesi di reclusione per minaccia nei confronti di Angelo Antona, sottufficiale in pensione di 66 anni

Minacce anonime a un carabiniere. Il lavoro non c’entrava, a scrivere le lettere minatorie contro un appuntato, però, sarebbe stato un maresciallo dell’Arma e il movente dello scontro sarebbe legato a dissidi di vicinato. La Corte di appello di Palermo ha confermato la condanna a tre mesi di reclusione nei confronti di Angelo Antona, maresciallo ormai in pensione di 66 anni. La motivazione del contrasto era evidente dallo stesso contenuto degli scritti minacciosi. In una lettera, scritta a mano, ricevuta il 22 gennaio del 2010 sarebbero state espresse lamentele, in modo volgare, “sulle auto posteggiate” e sul “lavaggio continuo”.

Infine le minacce: “Ti l’hai abbrusciari”. Fin troppo scontato, quindi, che fosse un vicino di casa infastidito dalle abitudini dell’appuntato a minacciarlo in forma anonima. Trascorrono i mesi e l’episodio si ripete. Il contenuto della nuova lettera anonima minatoria è simile, anche se accompagnato da un insulto: “Stavolta t’abbrusciu tutti i cosi, curnutu”. 

 Durante il processo, nel quale il carabiniere si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Giuseppe Peritore, è stata disposta una perizia grafica che è servita per mettere a confronto la scrittura delle lettere con quella del maresciallo. La conclusione è stata quella che ha portato alla condanna: secondo il grafologo quegli scritti erano stati redatti dall’imputato.

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