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Domenica, 28 Aprile 2024
Sanità

Le dimissioni del primario del pronto soccorso approdano in Parlamento: interrogazione di Ida Carmina

La deputata Cinque Stelle: "L'episodio rappresenta la punta di un'iceberg di un sistema del tutto allo sbando, il governo regionale non ha dato risposte"

Il caso delle dimissioni del primario del pronto soccorso Sergio Vaccaro approda in Parlamento con un'interrogazione urgente al ministro della Salute da parte del deputato dei Cinque Stelle, Ida Carmina.

"Le dimissioni - scrive in una nota la parlamentare - sono solo la punta dell'iceberg di una sanità agrigentina allo sbando e che da troppi anni non rispetta i parametri e i criteri dei livelli essenziali di assistenza, per gravi carenze oggettive, mai colmate per colpevole inerzia, che provocano pesanti disagi e disservizi all'utenza, senza che il governo regionale e nazionale facciano qualcosa". 

Ida Carmina aggiunge: "La sanità agrigentina necessita interventi immediati: non è accettabile che le piante organiche e il piano dei fabbisogni rimangano solo sulla carta. È assurdo che su 63 medici dell'area di emergenza/urgenza previsti nelle dotazioni organiche degli ospedali di Agrigento - Sciacca-Licata-Canicattì-Ribera in servizio ce ne siano appena 36. È inconcepibile che reparti come quelli della cardiologia e della pediatria soprattutto a Licata e Canicattì sono sottodimensionati. Il governo regionale è al corrente della situazione e non ha risolto le criticità". 

Secondo la deputata Cinque Stelle "il tempo dello scaricabarile è finito come la pazienza dei cittadini: si devono garantire le prestazioni e i servizi sanitari come nel resto d'Italia. In primis chiederò al ministro della Salute che si faccia chiarezza e che si attivi per trovare soluzioni pronte ed adeguate rispetto ad una situazione inaccettabile che mette a rischio la salute e la vita della nostra gente". 

Carmina fa sapere di avere chiamato personalmente "Vaccaro che molto amareggiato - scrive ancora la deputata - mi ha confermato che le sue dimissioni sono il frutto di uno stato delle cose che era diventato insostenibile, un reparto che deve curare le persone e garantire l’assistenza sanitaria secondo gli standard previsti dal Piano Sanitario Regionale. Ad Agrigento purtroppo la situazione è deflagrata abbondantemente".
 

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