Concessione scaduta e querela: ecco come si arriva al sequestro del Posto di ristoro
Il Parco, da tempo, reclamava l’area su cui si trova l’immobile adibito a bar e ristorante proprio nel cuore della Valle dei Templi
Il Parco archeologico non ha rinnovato le concessioni. Dopo un contenzioso amministrativo, l'ente ha presentato la denuncia che ha fatto scattare l'inchiesta penale e il sequestro preventivo - firmato dal Gip Alfonso Malato su richiesta del sostituto procuratore Salvatore Vella - del "Posto di ristoro".
"Si trova su un'area demaniale", sequestrato il Posto di ristoro
Dopo l’esecuzione del provvedimento di sequestro, l’immobile è stato affidato all’ente Parco archeologico, nominato custode. Ed è stato proprio il direttore del Parco, Giuseppe Parello, appena tre settimane fa, a formalizzare una querela nei confronti dell’attività. Il Parco, da tempo, reclamava l’area su cui si trova l’immobile adibito a bar e ristorante proprio nel cuore della Valle dei Templi. In particolare il Parco non avrebbe rilasciato il rinnovo della concessione alla titolare, attraverso l’Intendenza di finanza, organo della Regione, avrebbe emesso un ordine di rilascio dell’immobile.
IL VIDEO. La Digos sequestra il Posto di ristoro
La titolare dell’attività ha impugnato il provvedimento del Parco davanti alla giustizia amministrativa e, già nel 2014, il Cga aveva dato ragione al Parco rendendo, quindi, a tutti gli effetti scaduta la concessione e legittimo lo "sfratto". Parello è andato in Procura a denunciare l’episodio lo scorso 28 febbraio e la Procura ha chiesto al Gip di predisporre il sequestro ritenendo che, a quel punto, l’attività fosse esercitata all’interno di un immobile demaniale occupato abusivamente.
Il provvedimento potrà adesso essere impugnato davanti al Gip. Il difensore dell’imprenditrice, l’avvocato Giancarlo Noto, avrà invece venti giorni di tempo per convincere, con memorie difensive o attraverso un interrogatorio, la Procura a non mandare l’indagata a processo. Contestualmente al sequestro preventivo è stato, infatti, notificato l'avviso di conclusione delle indagini alla titolare dell'attività Alessandra Montalbano, 60 anni, una delle imprenditrici più note in città.