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Processi

Morì per una diagnosi errata, familiari portano in tribunale l'Asp: chiesti 625 mila euro di risarcimento

Il paziente era finito al pronto soccorso per una pancreatite con insufficienza renale. E' stato però dimesso ed ha dovuto successivamente fare ricorso alle cure dell'unità operativa di Nefrologia, per poi finire in Terapia intensiva in un altro ospedale

Finisce al pronto soccorso dell'ospedale di Ribera per una pancreatite con insufficienza renale. E' stato però dimesso con diagnosi errata e ha dovuto successivamente fare ricorso alle cure dell'unità operativa di Nefrologia, per poi finire in Terapia intensiva dell'ospedale di Sciacca dove, a causa del peggioramento delle condizioni fisiche e contraendo una infezione nosocomiale, è morto il 14 settembre del 2017 per arresto cardiaco irreversibile.

E' sostenendo tutto questo che gli eredi dell'ex paziente hanno citato in giudizio, dinanzi al tribunale di Sciacca, l'Asp di Agrigento. Chiedono che siano accertati "i profili di responsabilità dei sanitari del pronto soccorso di Ribera e dell'ospedale di Sciacca, addebitando loro la responsabilità diretta della ritenuta errata condotta". Il danno è stato quantidicato in 625 mila euro. La prima udienza si terrà l'undici aprile. 

Muore dopo ictus cerebrale ischemico, chiesto risarcimento di 1 milione 600 mila euro all'Asp

"Dall'esame della documentazione sanitaria e dalla relazione inviata dai sanitari del pronto soccorso di Ribera e dell'unità operativa di Nefrologia e dialisi del 'Giovanni Paolo II' di Sciacca - scrivono dall'Asp di Agrigento - non sono emersi profili di responsabilità a carico dei sanitari che hanno prestato le relative cure". L'Asp ha naturalmente deciso di costituirsi in giudizio per ottenere il rigetto dell'istanza risarcitoria. 

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