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Domenica, 28 Aprile 2024
I retroscena

Il controllo degli appalti: gli imprenditori devono avere il permesso dei capi mafia

Stando alle investigazioni dei carabinieri e della Dda, in merito ai lavori per il completamento della rete fognaria di Ribera, sarebbe emerso che la decisione finale sulle imprese a cui affidare i subappalti "era demandata a Totò", competente sia per la posizione gerarchica che per competenza territoriale

"Gli imprenditori, prima di formulare proposte di lavoro, devono avere il permesso dei locali capi mafia". È emerso questo - stando all'inchiesta che ha portato in carcere 4 indagati, 2 ai domiciliari e per uno è stato firmato l'obbligo di dimora - dalle indagini dei carabinieri del nucleo Investigativo in merito all'appalto per il completamento della rete fognaria di Ribera. Imbornone, Caramazza e omissis, "esercitando il loro potere mafioso hanno assicurato a Cosa Nostra il pieno controllo delle attività imprenditoriali operanti a Lucca Sicula e Ribera". L'intervento dei presunti uomini d'onore ha realizzato l'obiettivo, tipico di Cosa Nostra, di alterare il normale svolgimento delle dinamiche di mercato facendo sì che l'accaparramento di determinate commesse venga ottenuto da determinate persone e "non per avere legittimamente prevalso nella libera competizione di mercato, bensì per il solo fatto di essere vicini (o comunque graditi) al sodalizio mafioso".

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Stando alle investigazioni dei carabinieri e della Dda, almeno in merito ai lavori per il completamento della rete fognaria di Ribera, sarebbe emerso che la decisione finale sulle imprese a cui affidare i subappalti "era demandata a Totò", competente sia per la posizione gerarchica che per competenza territoriale. Dalle intercettazioni telefoniche, che ancora una volta si sono rivelate determinati per l'attività investigativa di carabinieri e Dda, sarebbero emersi "indizi circa l'assetto e i ruoli dell'associazione mafiosa e circa l'esistenza di un ordine gerarchico". Il favarese Francesco Caramazza, nelle intercettazioni, si sarebbe presentato quale "referente di Cosa Nostra, territorialmente competente a prendere queste decisioni in ragione dell'imprenditore che aveva ottenuto l'appalto per i lavori pubblici". 

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